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Sarà anche il governo dei banchieri e della finanza.

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Supermario,infatti, non è ancora riuscito nel miracolo di invertire la sfiducia degli operatori attorno al listino milanese. Non sono bastati il giuramento e la fiducia al Senato per far ripartire gli acquisti in Borsa che anche ieri ha fatto un passo indietro (Ftse Mib -1,43%). Timido poi è stato l'arretramento del differenziale tra Btp e Bund, che è sceso poco sotto 495 punti, senza mettere a segno quel recupero che molti analisti, giornalistici e politici si aspettavano di vedere. Niente da fare insomma lo stile Monti ancora non convince. Diverso il giudizio sul nuovo esecutivo dell'agenzia di rating Fitch e del Fondo Monetario Internazionale, che hanno espresso entrambi la loro fiducia in Monti. Secondo l'agenzia il governo «dimostrerà la sua credibilità nel portare avanti le riforme economiche, fiscali e strutturali, e ha il potenziale per rimanere in carica fino alle elezioni del 2013». Un augurio pieno di fiducia ma che non è stato seguito da atti concreti. Fitch infatti guardando all'Italia, ha spiegato che l'economia del Paese «è probabilmente già in recessione», e ha avvertito che «il rallentamento dell'attività economica nell'Eurozona renderà il compito del nuovo governo Monti più difficile». Da qui la possibilità di una nuova revisione al ribasso del rating, dopo averlo declassato ad «A+» con prospettiva negativa lo scorso 7 ottobre. Un possibile ritocco che era già stato annunciato lo scorso 26 ottobre. Per scongiurare il nuovo taglio il governo Monti dovrà adottare «misure fiscali aggiuntive, volte a tagliare il debito pubblico dal 2012, oltre che convincere i mercati che può raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013». Secondo Fitch, il presidente del Consiglio dovrà inoltre mettere mano alla pubblica amministrazione, ridurre la spesa pubblica, liberalizzare l'economia e rendere il mercato del lavoro più flessibile. Ma la «sfida significativa» per il nuovo governo sarà «assicurarsi un ampio sostegno parlamentare e popolare nel portare avanti queste riforme, alla luce della crescente disoccupazione in Italia», lasciando capire che sarà determinante l'esito del doppio esame parlamentare che attende il governo. Quanto al Fondo Monetario internazionale il portavoce David Hawley ha affermato che «la creazione di un nuovo governo con un programma chiaro favorisce una chiarezza politica e rappresenta uno sviluppo positivo». Dopo aver precisato che «l'Italia non ha chiesto aiuti» al Fondo, Hawley ha spiegato che le missioni saranno trimestrali e il Fmi pubblicherà ogni volta un rapporto. Nuovi esami in vista, dunque, per il Governo, la Borsa e gli spread dei titoli di Stato. Se per ora l'attacco della speculazione sta risparmiando Roma la Francia è entrata decisamente nel mirino, mentre la Spagna sembra imboccare la stessa strada della Grecia, ossia quella del salvataggio internazionale, dopo che i rispettivi spread col bund tedesco hanno raggiunto record storici dalla nascita dell'euro, sulla scia delle aste di titoli di Stato che si sono tenute ieri nei due Paesi. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali francesi e tedeschi ha scalato la vetta psicologica dei 200 punti base toccando quota 203 per poi ripiegare, mentre la forbice Madrid-Berlino si è allargata fino a 499 punti, col rendimento dei bonos volato al 6,975%. Investita in pieno dai venti della crisi dei debiti sovrani, la Francia potrebbe quindi vedersi strappata la sua tripla A dalle agenzie di rating nei prossimi mesi.

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