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Il Prof alle prese col rebus di Letta

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Due ore e mezzo di ritardo. La lista dei ministri del governo Monti non è stata un parto facile. Il Professore avrebbe voluto fare in fretta, rispettare l'appuntamento con le telecamere di tutto il mondo assiepate nella sala del Quirinale, ma c'è stato un intoppo. La squadra è stata limata fino all'ultimo momento. Il nodo da sciogliere era la presenza o meno di Giuliano Amato e Gianni Letta. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha posto il veto su Letta e di conseguenza anche su Amato. Il presidente della Repubblica Napolitano e Monti avrebbero voluto inserirli nella squadra per blindare l'Esecutivo che non avrà vita facile in Parlamento. L'ipotesi era di Amato agli Esteri e di Letta alla Difesa. Il coinvolgimento dei partiti e in particolare del Pdl, attraverso Letta, avrebbe sostanziato il governo dell'appoggio diretto e del coinvolgimento del partito di maggioranza. Peraltro il segretario del Pdl Alfano aveva fornito a Monti la via d'uscita: inserire Letta non come esponente del Pdl ma come alta personalità di Stato. Ed è su questo nodo che si sono intrattenuti per più di due ore Monti e Napolitano. Alla fine Monti ha deciso per il no. Nessun politico nella lista ma durante la conferenza stampa di presentazione del governo, rispondendo a una domanda proprio sull'ingresso dei politici in un secondo momento, non ha chiuso del tutto. «Non prendo in considerazione a questo stadio tale ipotesi» ha detto. È probabile che dopo una fase di transizione, Amato e Letta, possano trovar posto nel governo. Tutto dipenderà da quanto le forze politiche riusciranno a stemperare la «dialettica molto vivace» che ha caratterizzato la chiusura del governo Berlusconi. Proprio su questo Monti ha insistito. Guardando le telecamere l'ex commissario ha auspicato che «il Governo possa dare un contributo al rasserenamento e alla coesione» dopo una «dialettica molto vivace». Eppure qualche piccolo attrito già ci sarebbe stato con Lorenzo Ornaghi che avrebbe preferito il ministero dell'Istruzione invece dei Beni Culturali. La scelta di tenere fuori i tecnici è arrivata a seguito della considerazione che «la non presenza di politici nel governo lo agevolerà, togliendo un motivo di imbarazzo». Napolitano ha ringraziato Gianni Letta al quale ha rivolto parole di grande stima: grazie «per la continua e sempre scrupolosa collaborazione istituzionale, per la sensibilità, la competenza e lo spirito di servizio con cui ha contribuito a tenere vivo e limpido il rapporto tra il presidente della Repubblica e il governo nell'interesse generale del Paese e della coesione nazionale e sociale». Il Capo dello Stato ha sottolineato che il percorso che ha portato al nuovo governo «è stato difficile e delicato anche per la sua carica di assoluta novità» ma Monti «era la soluzione idonea». Come dire che era una strada obbligata richiesta dall'emergenza economica e dalla conflittualità politica. Napolitano si è detto ottimista. «La reazione dell'Europa la vedremo molto presto, abbiamo già avuto segnali di fiducia. Presto ci saranno conferme di questa positiva predisposizione delle istituzione europee nei nostri confronti». Quanto al complicato cammino delle misure in Parlamento Napolitano non ha fatto cenno ma Monti ha lasciato intendere che la «blindatura» del governo verrà dal «significato e dalla portata» della sua azione.

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