I mercati sono tiepidi. Vogliono fatti
Quellodi Monti e dei professori ministri. Neanche la pronuncia del giuramento dei componenti del nuovo esecutivo di fronte al presidente Giorgio Napolitano ha portato l'euforia sui listini di Milano. I mercati hanno seguito gli sviluppi da Roma, dallo scioglimento della riserva del nuovo premier alla presentazione dei ministri, fino alla formula di rito al Quirinale, ma alla fine non c'è stato il botto che molti si aspettavano. Dal punto di vista delle borse, Milano (+0,79%) è stata tra quelle che hanno fatto meglio, dato che l'Europa ha soltanto tenuto. Parigi ha guadagnato lo 0,52%, Francoforte ha perso lo 0,33% e Londra ha ceduto lo 0,15%, mentre Madrid ha guadagnato lo 0,81%. Nullo o quasi poi l'effetto del nuovo esecutivo sullo spread. La tensione sul debito pubblico non si è affatto allentate nonostante l'insediamento di Monti. L'andamento dei differenziali tra i titoli di stato italiani, francesi e spagnoli e i bund tedeschi è rimasto in linea con quanto maturato nei giorni della crisi più acuta del Governo. I Btp decennali italiani hanno chiuso sopra quota 500 punti (a 518 punti base per l'esattezza), i titoli francesi si sono spinti oltre 189 punti e i Bonos spagnoli hanno sfiorato i 460 punti, nonostante la decisione della Bce di mettere mano al portafoglio anche ieri, acquistando titoli italiani con volumi più consistenti del solito, che ha portato temporaneamente lo spread italiano sotto i 500 punti. La giornata, del resto, era iniziata male in Asia, con Tokyo sotto dello 0,9% e la Banca del Giappone scettica sulle prospettive immediate, tanto da lasciare invariati i tassi ai minimi storici, compresi tra lo 0% e lo 0,1%. Poi hanno aperto le borse europee, rimaste incerta per gran parte della seduta, mentre l'andamento di Milano è stato piuttosto irregolare. Positiva al debutto, Piazza Affari ha raggiunto il massimo intorno alle 11, quando era attesa la lista dei ministri, che poi è giunta in ritardo, creando qualche delusione. Un piccolo recupero c'è stato nel finale, mentre giurava il governo, ma non ha superato l'1,1%. I mercati insomma attendono più i fatti concreti, e cioè L'avvio delle riforme chieste dalla Bce e dall'Unione Europea. Il gradimento a Mario Monti è giunto in realtà più dalla politica che da chi compra e vende titoli. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha fatto sapere, tramite il proprio portavoce, di voler incontrare il nuovo Presidente del Consiglio «quanto prima», sottolineando la propria «ottima opinione» sul professore: «È un esperto - ha affermato il portavoce - che conosce molto bene l'Europa». Sui listini europei hanno sofferto le auto, dopo i dati sulle immatricolazioni nel Continente. Il mese scorso le nuove immatricolazioni nei 27 paesi Ue più quelli Efta sono scese dell'1,4% a 1.044.825 unità. Giù anche la quota di mercato, al 6,6%, rispetto al 7,2% di ottobre 2010. Eppure il titolo ha fatto +1,04%. Bmw ha perso il 3,2% e Peugeot l'1,39%. Alti e bassi tra i bancari, invece. A Milano tra i positivi c'è quello di Intesa Sanpaolo (+0,66%), nonostante l'addio del consigliere delegato Corrado Passera, che ha giurato come ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture del governo Monti.