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SuperMario prenda la coppia

Il presidente incaricato del Consiglio Mario Monti a Palazzo Giustiniani

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Osservate il grafico della nostra prima pagina: è la cavalcata dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi dall'aprile scorso a ieri. Basta questo per comprendere dimensione e minaccia del problema. È per questo che oggi al Quirinale il professor Mario Monti presenta in tempo record una lista di ministri e un nuovo governo. Non ci sono altre ragioni se non una crisi finanziaria che rischia di travolgere non solo l'Italia, ma l'intera Europa. La cronaca delle ultime 48 ore ne è la prova: il problema dello spread non era solo nella innegabile debolezza del governo Berlusconi, ma nella crisi d'identità e governance di un'Europa in cui la Germania e il suo popolo non si riconoscono più, mentre la Francia è in declino e gli Stati del Club Med si avvitano sul loro debito colpito dalla speculazione. Certo, i mercati finanziari comprano e vendono, ma non votano. Questo però non significa che si possano ignorare. Con un debito da 1900 miliardi di euro e 250 miliardi di titoli da emettere nel 2012 il governo ha un obiettivo: salvare i risparmi degli italiani e fornire un contributo credibile alla riforma dell'Unione Europea e della sua Banca centrale. Per questo un esecutivo di soli tecnici non è sufficiente. Nella squadra di Palazzo Chigi è necessaria anche la presenza di «politici» di alta caratura. Le ragioni sono evidenti: a un gabinetto di illustri professori o navigati banchieri non può bastare il sostegno esterno dei gruppi politici, perché questo a lungo andare diventa un limite e un rischio. È saggio ricordare che i partiti sono in crisi, ma i partitanti non lo sono mai e l'errore è pensare che non contino nulla. Votano. E questo dovrebbe bastare ad aguzzare l'ingegno. Se non si dialoga con i gruppi parlamentari, si apre un balletto di furbizie e calcoli di cui l'Italia non ha bisogno. Non è un lavoro da puri cattedratici. Il nuovo governo per durare deve avere un legame con i gruppi parlamentari e le commissioni, deve saper spiegare sul piano politico i suoi atti, farli digerire e convincere l'aula a votarli. Il governo prima di averla, la fiducia deve darla. E le persone, le facce, sono il suo biglietto da visita. Per questo mi auguro che Monti - spero fin da oggi o in un secondo tempo ravvicinato - superi i veti dei partiti e in piena autonomia e per il bene del Paese, peschi dal mazzo di carte i nomi di Giuliano Amato e Gianni Letta. Hanno la competenza e la forte esperienza di cui un governo come quello che sta per nascere non può fare a meno. Napolitano ci metta il suo prestigio, Monti il coraggio, Berlusconi e Bersani la testa. Non è in gioco il destino dei partiti, ma la ricchezza degli italiani.  

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