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Passera super-ministro: sviluppo sostenibile e posti di lavoro

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Il neo ministro dello Sviluppo, infrastrutture e trasporti Corrado Passera

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Un esecutivo tutto tecnico, senza nessun politico, e ridotto nei numeri. Mario Monti ha sciolto la riserva e ha presentato la lista dei ministri: 15 tecnici, per la maggior parte provenienti dal mondo accademico, nessun titolare del dicastero dell'Economia, di cui il premier mantiene l'interim, e tre donne in posti chiave: Giustizia, Interno e Welfare. Passera il super-ministro Un big della finanza prestato alla politica: Corrado Passera entra nella nuova squadra di governo alla guida del ministero dello Sviluppo Economico. Classe 1954, è uno dei più importanti banchieri italiani ma ha alle spalle anche esperienze nell'editoria e nell'industria. Per il banchiere "l'Italia uscirà dalla crisi" Ne è convinto il neo ministro allo Sviluppo economico e alle Infrastrutture Corrado Passera. Interpellato a margine del giuramento del nuovo governo Monti al Quirinale, Passera ha risposto "Assolutamente sì" a chi gli chiedeva se l'Italia si sarebbe salvata. "Le parole d'ordine del neo ministro sono "sviluppo sostenibile" e "posti di lavoro". Tre donne in ruoli chiave Ci ha tenuto a precisare due cose, Mario Monti, dopo aver letto la lista dei suoi ministri: primo, l'interim all'Economia è nelle sue mani; secondo, tre posti importanti sono andati a "personalità femminili". Lo ha precisato perché nei giorni scorsi, nel tourbillon del totoministri, molti avevano lamentato proprio l'assenza di nomi femminili. E perché quei tre nomi danno una caratura tutta particolare al governo Monti: 3 donne su 12, dunque un quarto del totale, non poco anche se non è il 50% dei governo Zapatero. Ma soprattutto sono tre incarichi lontani da quelli che sono tradizionalmente i ministeri femminili, sia pure di peso (istruzione, salute, pari opportunità, famiglia). Le ministre del governo Monti sono agli Interni, alla Giustizia e al Welfare. Anna Maria Cancellieri non è la prima donna a salire al Viminale, ma bisogna tornare a Rosa Russo Jervolino (1998-1999 nel governo D'Alema). Paola Severino è invece la prima donna al ministero della Giustizia. Elsa Fornero al Lavoro e Welfare segue le orme di Tina Anselmi, per la quale bisogna però risalire addirittura al 1976-1978, in un governo Andreotti.Inoltre il governo Monti accorpa al Welfare la delega alle Pari Opportunità, un messaggio che le questioni "di genere" oggi si giocano soprattutto sulla parità salariale e la tutela del lavoro. A chiusura di una crisi che ha visto in campo schiere di uomini e pochissime donne (non solo politici ma anche commentatori, editorialisti, economisti), la scelta del governo Monti è precisa e pare segnalare l'intenzione di avvicinare le istituzioni al paese reale (quello dove ci sono due donne a capo di Confindustria e della Cgil).

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