No ai privilegi e crescita per recuperare la fiducia dei mercati
Macon equità e rigore. Per mettere insieme la crescita e le riforme. E uscire dalla crisi. L'agenda di Monti, quando ancora il governo non è formato ma le consultazioni sono finite, prende corpo almeno nel metodo. Lo illustra per titoli sia alle forze politiche che alla parti sociali. E poi fa la sua sintesi. Lanciando un messaggio all'insegna dell'ottimismo: «confermo fin d'ora la mia assoluta fiducia nelle capacità del nostro Paese per superare questa fase così difficile». Monti esprime quindi il suo apprezzamento per la disponibilità delle parti sociali a «contributi concreti in vista di sacrifici parziali in un quadro generale» di risanamento e rilancio dell'economia. Questo, dice, avendo potuto riscontrare «in tutti la piena e matura consapevolezza dell'attuale situazione di emergenza». Il professore, dopo il lavoro accurato svolto con le consultazioni, è convinto che la fumata bianca riuscirà a stemperare la pressione dei mercati. Con la sua squadra, Monti punterà a sostenere la crescita che, è convinto, si fa soprattutto rimuovendo le cause che la ostacolano. Innanzitutto, eliminando privilegi e abbattendo rendite di posizione. Il menu degli interventi possibili è da una parte obbligato, vista le priorità chieste dall'Europa, e dall'altra sottoposto ai veti potenziali che possono emergere all'interno di una maggioranza parlamentare che sarà ampia ma variabile. Dalla patrimoniale, al ritorno dell'ici e alle pensioni di anzianità, fino alle dismissioni. E forse una nuova correzione dei conti già entro fine anno per centrare il pareggio di bilancio nel 2013. E poi le liberalizzazioni, le privatizzazioni e la riforma fiscale. L'unico obiettivo, ambizioso, è quello di tornare a crescere, tagliando il debito e la spesa pubblica, per ristabilire quella credibilità che è indispensabile, per stare sui mercati e nella comunità internazionale. Una delle partite del nuovo governo si gioca proprio sul piano della fiducia da recuperare. E, da questo punto di vista, c'è già un'apertura di credito da Bruxelles. Il presidente della Ue Herman Van Rompuy conosce bene Monti e assicura che per il professore «crescita e riforme sono cruciali».