Papademos presenta un piano di austerity da lacrime e sangue
Conquesto annuncio il neo premier greco Lucas Papademos ha esordito ieri sera in Parlamento, dove ha illustrato il programma del suo governo di coalizione formato dal Pasok (socialista), da Nea Dimocratia (centro-destra) e Laos (estrema destra). Il voto di fiducia al governo è in programma domani sera dopo due giorni di discussione. La concessione alla Grecia della sesta tranche del primo pacchetto di aiuti da otto miliardi, al massimo entro il 15 dicembre, e subito dopo le trattative con la troika per il nuovo pacchetto di aiuti. Queste sono le priorità imprescindibili che Papademos ha indicato subito dopo, aggiungendo che, a suo parere, le decisioni raggiunte al Vertice europeo dello scorso 27 ottobre sono quelle «che stabiliscono le azioni che garantiranno l'ulteriore finanziamento del Paese. Compito del governo sarà la realizzazione di tali decisioni e delle relative azioni politiche. Se le decisioni verranno realizzate interamente, la Grecia potrà guardare al futuro con ottimismo». Il premier ha quindi parlato della necessità di portare avanti le riforme strutturali già decise dal precedente esecutivo socialista, come l'attuazione della legge che riguarda la «sospensione temporanea dal lavoro» di almeno 30.000 statali, il sistema di retribuzione unificato dei dipendenti pubblici, le privatizzazioni, la liberalizzazione delle professioni sino ad oggi chiuse, con particolare riferimento all'importanza degli investimenti. Papademos ha ricordato che 20 progetti saranno realizzati con una corsia preferenziale. Inoltre si è soffermato sulla necessità di ridurre la spesa pubblica e abolire gli enti statali inutili.Per quanto riguarda la questione delle garanzie scritte richieste dai partner europei - e che il leader di Nea Dimocratia Antonis Samaras rifiuta di dare -, Papademos ha spiegato che si tratta di una richiesta della troika Fmi, Bce e Ue, e che «costituisce una garanzia chiesta dai popoli dei Paesi che prestano denaro alla Grecia per essere certi che riavranno i loro soldi».Il premier ha quindi definito la decisione presa dai leader dei tre partiti greci come un «passo importante in direzione del consenso e dell'intesa per la salvezza del Paese» e ha detto che il suo governo «si assume la responsabilità di governare il Paese in un momento in cui è in forse la permanenza della Grecia nell'eurozona».