Ride solo Casini: "Tutti ci cercano"
Pier Ferdinando Casini non esulta, da buon «ex». Il leader Udc, però, sa di aver fatto «gol» e si gode il momento. Se Berlusconi è «caduto» è anche merito suo. Adesso tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Il Cav ha provato ad allargare ai centristi la maggioranza per evitare la debacle, «ma lui ha detto di no». Adesso gli ex democristiani del Pdl vorrebbero convincerlo a un governo Alfano, ma lui non cede. «Niente vendette. Saranno gli altri a cercarci», spiega. Piuttosto, rassicurare. Ricompattare il quadro politico. Non attaccare nessuno. Non andare a cercare nessuno, (anche se il leader centrista, in mattinata, un salto al vertice degli scontenti del Pdl riuniti a Montecitorio lo fa). Dall'altra parte, poi, ci sono i Democratici. Casini non intende «accasarsi» né con gli uni né con gli altri. La «nuova balena bianca», il «terzo polo» o il «movimento dei moderati cattolici» - chiamatelo come vi pare - servirà piuttosto a «sparigliare», a dimostrare in maniera concreta e univoca «il fallimento del bipolarismo». Da vincitore, Casini si permette anche il lusso di bacchettare i perdenti, invitandoli a trascendere dalle quotidiane beghe politiche e pensare al Paese: «Si può parlare adesso di toto ministri o di campagne elettorali che distruggerebbero completamente l'Italia? - provoca - No, perché siamo a un passo dal baratro, ci dobbiamo fermare e far prevalere l'unione. Poi, ripristinata una situazione di normalità, ciascuno potrà tornare alla posizione precedente», spiega. Al leader centrista l'idea di un governo Monti, in grado di rilanciare la crescita e mettere mano alla legge elettorale (magari tornando al proporzionale), va perfettamente a genio. Così come a tutti i suoi. Il più entusiasta è Rocco Buttiglione: «È stato geniale il presidente della Repubblica a nominare Mario Monti senatore a vita, è stato un pre-incarico che ha fatto calare di settanta punti lo spread. Voglio vedere chi avrà il coraggio di dire no a un governo Monti», attacca. Il presidente Udc, nonostante il distacco espresso da Casini, si concede anche una battuta sul toto-nomine: «Un governo politico, a questo punto, sarebbe meglio di un governo tecnico. Mi auguro la partecipazione piena del Pdl. Se sarà un governo politico ci saranno nostri esponenti nella compagine, se invece fossimo nel quadro di un governo tecnico ovviamente nessuno dell'Udc sarà ministro». In realtà è tutto il mondo cattolico a «promuovere» Monti e appoggiare la soluzione di un governo di responsabilità nazionale che consenta di superare questa fase critica e di guardare oltre. Evitando le elezioni oggi e preparandosi al voto di domani a cui ancora c'è molto da lavorare. Chiaro il parere espresso dal Forum delle associazioni cattoliche che a metà ottobre ha organizzato il meeting di Todi, salutato come l'avvio di un nuovo percorso politico per i cattolici: «Il Paese ha bisogno di riconquistare la sua credibilità fortemente compromessa sui mercati in Europa e nel mondo. Operazione che non può passare attraverso le elezioni anticipate, ma dal sostegno convinto a un governo di responsabilità nazionale che si faccia carico delle drammatiche emergenze del Paese», spiega un comunicato che è come portasse in calce la firma delle sette sigle che compongono il Forum: Cisl, Confartigianato, Confcooperative, Mcl, Compagnia delle Opere, Coldiretti, Acli. Proprio il presidente delle Acli, Marco Olivero, è ancora più diretto: «La figura di Monti penso sia una delle migliori, libere e, in qualche modo, autorevoli per poter svolgere questo compito - spiega - C'è bisogno in questo momento di definire alcuni punti programmatici fondamentali e fare qualche riforma prima di andare al voto». Tagli ai costi della politica, riforma elettorale e fisco a sostegno della famiglia le materie da cui partire. Ecco perché votare ora, per le organizzazioni cattoliche, sarebbe un errore, un male per il Paese. L'ha ribadito ieri il Forum. E soprattutto l'ha detto, attraverso il suo direttore Marco Tarquinio, Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, che ha chiesto al Parlamento di dimostrare «responsabilità verso il Paese facendosi carico delle urgenze proposte da una crisi che sta bruciando enormi risorse e mettendo ancora più a rischio il lavoro degli italiani». Casini ascolta il suo popolo e sta a guardare. Nessuna corsa per un ministero, né per Palazzo Chigi. Sponsorizzato dagli uni o dagli altri. Il leader Udc è alla partita per il Quirinale che guarda e dimostrare maturità istituzionale adesso che potrebbe approfittare del vento a favore, potrebbe essere un'ottima strategia.