Pdl: sì governo tecnico Il Pd chiede le riforme

Consultazioni a ritmo serrato al Quirinale. In un solo giorno Giorgio Napolitano passa in rassegna tutti i gruppi e le componenti che si sono formate in questi mesi in Parlamento. E alla fine nessun colpo di scena: l'incarico a formare il nuovo governo viene conferito al senatore a vita e presidente della Bocconi Mario Monti. Ma se tutto fila abbastanza liscio per quanto riguarda il nome del prossimo premier (a eccezione della Lega che passa all'opposizione), non c'è grande accordo, tra le forze politiche in campo, sulla durata che dovrebbe avere il nuovo esecutivo. Sì al governo tecnico limitato per Pd e Terzo polo Un esecutivo tecnico fino alla fine della legislatura, cioè fino al 2013. Pier Luigi Bersani si fa garante per i Democrat "dimostreremo di essere un grande partito riformista" ribadisce il leader Pd consapevole di dover trovare una mediazione interna tra le anime del partito ed in particolare con chi fino ad oggi non ha nascosto la netta contrarietà a una riforma delle pensioni e dei contratti. Per l'Idv e per Sel fino alle riforme necessarie: dovrebbe durare il minimo indispensabile giusto il tempo di fare le riforme economiche che ci chiede l'Europa e una nuova legge elettorale. Analoga la linea del Carroccio e del Pdl: completate le incombenze se ne vada a casa. «Non escludo che si possa tornare a votare presto», avverte l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni ora passato all'opposizione. «Noi in questo governo - afferma Bossi nel 'Salone alla vetratà del Quirinale - non entriamo. Valuteremo volta per volta i singoli provvedimenti». Per ora diciamo no, insiste il Senatur, «ma vogliamo prima conoscere il programma».  «Se sarà un governo di scopo - incalza Nichi Vendola - dovrà essere a termine cioè tre mesi per fare la patrimoniale, tassare le rendite e tagliare le spese militari».   Per Di Pietro l'esecutivo deve essere per forza a termine. E questa della breve durata è una delle condizioni che pone per dare la fiducia a Monti. «Deve essere un governo a tempo - spiega al Quirinale al termine dell'incontro con il Capo dello Stato - dobbiamo vedere di che squadra si tratta e quale sarà il programma». Su una cosa però è d'accordo: il Porcellum dovrà essere cambiato. Anche perchè se la riforma non si farà nei prossimi mesi poi scatterà il referendum elettorale. La maggioranza è sulla stessa linea. Come fa capire Silvano Moffa, il capogruppo di 'Popolo e Territoriò (ex Responsabili): «Dopo che saranno rispettati gli impegni assunti con l' Ue la parola non potrà che passare agli elettori», afferma dopo il suo incontro con Napolitano al Colle. Nessuno deve dimenticare, infatti, si fa presente nel Pdl, che «la maggioranza almeno al Senato ce l'abbiamo sempre noi». Come a dire che il centrodestra sarà sempre pronto «a staccare la spina». Quindi «non si può tirare la corda più di tanto». «Abbiamo espresso l'auspicio che il governo duri fino alla fine della legislatura - racconta il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini sintetizzando il suo colloquio con il presidente della Repubblica - tatticismi e furbizie non sono ammesse». «Penso che tra sei mesi si andrà a votare», taglia corto l'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa.