Napolitano: serve sforzo collettivo
Siamo di fronte a una «delicatissima e cruciale crisi di governo». Giorgio Napolitano torna ancora oggi ad affrontare la situazione politica e lo fa, in mattinata, spiegando perchè si trova costretto ad annullare un impegno pubblico: per continuare a seguire da vicino il tentativo di Mario Monti a formare il nuovo governo. Poi, in serata, a consultazioni avviate, partecipa ad un convegno dei Lincei per parlare della crisi economica come della «difficoltà che ci stringe», augurandosi che diventi «uno stimolo, difficilmente esorcizzabile, per unire le forze nel modo giusto: con la più ampia dialettica fra le forze politiche e sociali, ma avendo come guida il massimo di coesione», l'obiettivo di «sprigionare uno sforzo collettivo purtroppo largamente mancato negli ultimi tempi». "E' una fase cruciale e delicata" L'iter per la formazione del nuovo governo è in cima ai pensieri delle alte cariche istituzionali. Il presidente della Camera Gianfranco Fini prevede che il governo Monti sarà in carica venerdì e intanto rilancia con parole sue l'appello del capo dello Stato. «In queste cruciali giornate - afferma - la politica deve saper ritrovare la coesione necessaria per restituire all'Italia credibilità internazionale e far ripartire il motore della crescita economica». Napolitano è reduce da giorni impegnativi, ma è soddisfatto del suo lavoro e scherza sulle sue recenti fatiche. «Ho detto troppe parole, ma mi tocca. Anch'io, in un certo senso, mi occupo di ricerca della ricerca di soluzione a problemi spinosi della nostra vita istituzionale...», dice strappando l'applauso e una sonora risata agli accademici riuniti per parlare di altri guai: quelli della ricerca scientifica. Con loro, Napolitano gioca in casa. Grazie a un suo intervento l'Accademia, qualche mese fa, non ha chiuso i battenti per mancanza di soldi. Inoltre da anni indica come ricavare nel bilancio pubblico i fondi per questo settore. Lo ripete anche stasera: fissando «priorità meditate» per questi e altri settori essenziali, e rispettandole. Vale per la ricerca e per tutti i settori che vivono di finanziamenti pubblici. Purtroppo, commenta, «c'è una difficoltà, per non dire una riluttanza» a fissare priorità, a rispettarle, a osservare «criteri rigorosi per il loro utilizzo». «Lo so - commenta -, fissare priorità è un esercizio molto difficile e molto costoso politicamente», ma quanto più si riducono le risorse pubbliche, tanto più occorre «una rigorosa selezione delle scelte» per distribuirle. Adesso siamo proprio in questa situazione di ristrettezze, «e lo saremo nel prossimo futuro», sottolinea il presidente della Repubblica tornando a rivolgere il pensiero al lavoro che sta facendo il presidente del consiglio incaricato per convincere le forze politiche ad appoggiare con più convinzione il suo governo. Chiamandole al contempo a prendersi la loro parte di responsabilità anche in quelle inevitabili scelte impopolari cui l'Italia sarà chiamata a misurarsi. «Questa volta - dice fiducioso - credo proprio che la difficoltà che ci stringe possa diventare uno stimolo» a superare quella riluttanza. L'Italia, ricorda, è stata una protagonista della costruzione dell'Europa unita, e deve tornare ad esserlo, riconquistando ruolo e credibilità facendo le scelte necessarie e dandosi «istituzioni credibili».