L'appello di Napolitano: "E' il momento della prova"
«È il momento delle scelte urgenti, bisogna dar vita a uno sforzo straordinario» per recuperare «la fiducia degli investitori». La scelta di Monti non è un ribaltone né il venir meno della democrazia dell'alternanza ma è dettato dall'urgenza di affrontare una situazione grave. È un messaggio di alto profilo istituzionale ma con il tono franco e quasi colloquiale quello del presidente della Repubblica. Un richiamo al senso di responsabilità per le forze politiche e un messaggio al Paese al quale ha delineato, con estrema chiarezza e concretezza, l'emergenza del momento. Napolitano ha parlato subito dopo aver affidato l'incarico a Mario Monti di formare il nuovo governo. Nel suo discorso ha toccato tutti i punti nevralgici: ovvero ha spiegato il perchè del coinvolgimento di Monti, i termini della grave crisi economica, la responsabilità che il Paese ha verso l'Europa, il difficile compito al quale sarà chiamato il nuovo governo e la necessità che possa avere il sostegno di tutte le forze politiche. «Questo è il momento della prova» è l'appello accorato del Capo dello Stato che sottolinea la caratura di Monti, «persona indipendente» che non si è mai lasciato trascinare nella «mischia politica». Napolitano riconosce che dai colloqui con i gruppi ha riscontrato «un clima riflessivo e pacato». Ma riconosce anche che lo sforzo che sta loro chiedendo, imposto dalla crisi finanziaria, è «un tentativo difficile, dopo anni di contrapposizioni e di scontri nella politica nazionale, e di molti inascoltati appelli alla moderazione, a un confronto non distruttivo, a una maggiore condivisione e coesione su scelte e obbiettivi di fondo». Ma sono necessarie «scelte urgenti per consolidare il debito e migliorare le prospettive di crescita economica e di equità sociale». Il che lascia intendere che non ci saranno misure di cosiddetta macelleria sociale. Sottolinea la «gravità della crisi finanziaria e i pericoli di regressione economica». Ricorda l'«altissimo debito pubblico», il «fortissimo rialzo degli interessi sui nostri Buoni del Tesoro» e il ristagno dell'attività economica che «rischia di mettere a dura prova l'impegno dello Stato». L'obiettivo è recuperare «la fiducia degli investitori e delle istituzioni europee». Anche perchè incombono le scadenze: «da domani alla fine di aprile» ci sono «quasi duecento miliardi di euro di Buoni del Tesoro e bisognerà rinnovarli collocandoli sul mercato». Poi Napolitano spiega il perché di un governo tecnico. Con la situazione di emergenza va assolutamente evitato «un precipitoso ricorso a elezioni anticipate e quindi un vuoto di governo». Il momento del voto arriverà, lascia intendere Napolitano, ma solo dopo che il governo Monti avrà terminato la sua opera. Ribadisce che non c'è stato un ribaltone, né una negazione della democrazia dell'alternanza. Peraltro nella maggioranza negli ultimi tempi «sono emerse rotture e tensioni al suo interno e ha visto ridursi la sua base in Parlamento». Napolitano ci tiene a sottolineare l'«imparzialità» con cui ha seguito l'evolversi della situazione politica. «Non è tempo di rivalse faziose né di sterili recriminazioni» è il monito del presidente. Tempi stretti sulla squadra di governo. Monti ha smentito le indiscrezioni sulla lista. Il team dovrebbe essere snello: 12 ministri. È probabile che mantenga l'interim del ministero dell'Economia ma in alternativa continua a circolare il nome del rettore della Bocconi Guido Tabellini. Allo Sviluppo Economico in corsa un altro bocconiano, Carlo Secchi mentre agli Interni potrebbe arrivare Amato o Pisanu. Per il Welfare sempre il nome del prof della Cattolica Carlo Dell'Aringa.