«C'è un clima surreale. Allora viva il messaggio del Cav»
GiulianoUrbani è stato uno dei fondatori di Forza Italia e ministro. Ha scritto il programma elettorale, ha coniato la formula del Polo del buon governo, che ha regalato al centrodestra la vittoria di diciassette anni fa. Conosce Berlusconi come pochi e sorride dopo il videomessaggio del Cavaliere. Ma non nasconde le preoccupazioni per l'Europa e, soprattutto, per la Sinistra. Professore Urbani, non è stato inusuale il videomessaggio del premier Berlusconi nel pieno della crisi di governo? «Sì certo, ma rispetto a una vicenda dove tutto è inusuale, a volte anche imbarazzante, direi evviva l'inusualità del videomessaggio». Tante parole di Berlusconi ricalcavano quelle del '94. È un cerchio che si chiude o significa che l'impegno del premier continua? «La mia speranza è che oggi, come nel '94, Berlusconi si impegni in prima persona. Ma adesso deve farlo per creare qualcosa che possa camminare anche con le gambe degli altri». Crede che Berlusconi si ricandiderà? «Glielo sconsiglio. Di certo adesso deve fare qualcosa di collettivo. Non è vero quello che dice un celebre detto di Andreotti: il potere logora, eccome. Ora Berlusconi deve prefigurare il futuro. Può anche ricandidarsi ma non come uomo solo al comando». Ma lei vede alternative nel centrodestra? «La successione sembrava quella di Fini, poi chissà perché ha preso un'altra strada». Fosse stato ancora nel Pdl, Fini sarebbe naturalmente il leader del partito? «Sì. Mai visto un uomo che butta via il biglietto vincente della lotteria». Quali sono le armi vincenti del Cavaliere? «Una marcia in più e, soprattutto, una carica di ottimismo sul futuro, l'ottimismo della volontà di cui parla Weber». Che effetto le ha fatto risentire le frasi che erano nel manifesto del '94 con cui Berlusconi scese in campo? A proposito le ha scritte lei? «Ha ragione, serve quello spirito. Quelle parole sono di Berlusconi, le scrisse di getto. Io mi sono occupato del programma». Si aspettava le contestazioni davanti a Palazzo Grazioli e al Quirinale? «Non voglio sopravvalutare un migliaio di persone ma mi hanno dato più preoccupazione i discorsi di Bersani e Franceschini. Vede, in quei discorsi c'è la Sinistra che non capisce, odia Berlusconi e ha dato uno schiaffo a Napolitano che invece ha chiesto alle forze politiche di riavvicinarsi per il bene del Paese». Ma può tornare lo spirito del 1994? «È necessario. Allora serviva per superare quella Sinistra tragicamente inadeguata. Proprio come adesso. Povero Monti! La Sinistra sarà una palla al piede». Non crede che il Pd sarà in grado di vincere la sfida europea che attende il Paese? «La sfida europea è per liberali, non certo per ex comunisti e para-cattolici. Non hanno studiato sui libri giusti».