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Privatizzazioni e patrimoniale

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Mario Monti

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Ha già cominciato a lavorare alla squadra di governo e al programma. È questione di ore. Oggi Mario Monti potrebbe presentare la lista dei ministri del governo tecnico e indicare le priorità del programma. L'obiettivo del neopresidente del Consigilio è dare subito un segnale forte ai mercati che una stagione politica si è chiusa e ora si volta pagina. Il che significa, come ha già affermato con chiarezza, rigore e lotta ai privilegi. Ieri per Monti è stata una giornata intensa di incontri. Prima con il presidente della Bce, Mario Draghi, poi con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il numero uno dell'Udc Pier Ferdinando Casini, e infine due ore con Berlusconi, presenti Gianni Letta e Angelino Alfano, per una colazione di passaggio delle consegne. Venerdì aveva incontrato il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. La triangolazione, Bankitalia-Quirinale-Bce, sarà il riferimento di Monti. Monti è consapevole che gli occhi dei capi di Stato europei ma anche di Washington, sono puntati su di lui. E domani c'è il verdetto, quello decisivo, dei mercati. Ieri il quotidiano Le Monde scriveva che addirittura Sarkozy, avrebbe proposto, nella telefonata al presidente Napolitano, di recarsi a Roma insieme al Cancelliere tedesco, Angela Merkel, subito dopo la formazione del nuovo governo, per sostenere Mario Monti. Sarkozy, secondo il quotidiano, «vuole che questo esecutivo duri» e «ritiene che non ci siano motivi di ricorrere ad elezioni immediate in Italia per organizzare il salvataggio dell'euro». Non solo. Il capo dell'Eliseo, secondo la stessa fonte, avrebbe proposto «di prendere, se necessario, contatti con i reponsabili politici locali» per «garantire a Monti la maggioranza necessaria a formare un governo duraturo». Insomma la Francia, che ha più di un interesse in Italia, vuole mettere il cappello sul nostro Paese e assicurarsi un varco per le grandi partite economiche che di qui a breve, con le privatizzazioni, si apriranno. Già infatti circolano ipotesi sul programma di governo di Monti che avrà come stella polare le indicazioni di Bruxelles. Liberalizzazione delle professioni, piano di dismissioni vendendo asset pubblici, reintroduzione dell'Ici, tagli ai costi della politica, sfoltimento della burocrazia: sono alcuni dei punti sui quali il prossimo premier avrebbe fatto sapere di puntare. «La crescita necessita di riforme strutturali per togliere i privilegi di quasi tutte le categorie sociali» sono state le sue parole di un paio di giorni fa che suonano come un programma di governo. Ma in gioco potrebbero rientrare le pensioni soprattutto quelle di anzianità. Infine la patrimoniale ma colpendo solo una certa fascia di reddito e un attacco all'evasione fiscale bandendo ogni forma di condono. La sfida per il senatore a vita è di coniugare rigore e sviluppo. Quindi un alleggerimento della pressione fiscale su lavoratori e imprese.

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