Napolitano affida l'incarico a Monti

Al termine di un incontro durato esattamente 45 minuti, Giorgio Napolitano ha conferito a Mario Monti l'incarico per formare il Governo. L'annuncio viene dato dal segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra. Come di prassi Marra esce nel corridoio dalla Vetrata e legge il comunicato (sempre lo stesso, crisi dopo crisi, in cui cambiano solo i nomi) e spiega che il Presidente della Repubblica ha affidato l'incarico al Senatore a vita. Questi ha accettato con riserva. Per Monti "l'Italia può superare l'emergenza" "Le consultazioni che svolgerò, saranno condotte con senso d'urgenza ma con scrupolo e poi tornerò dal capo dello Stato". Sul totonomine dell'esecutivo chiarisce: le voci circolate finora sono pura fantasia sui tempi e sui nomi. Il consenso intorno a Monti c'è il tema ora è la durata e la composizione del governo che il neo senatore a vita sarà chiamato a formare dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi: è questo il bilancio delle consultazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si sono svolte questa mattina al Quirinale cominciate con i presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e proseguite con i gruppi parlamentari e infine Pd e Pdl.   La Lega ha confermato il suo no ma in maniera meno netta spiegando che deciderà di volta in volta la sua posizione in base al programma del futuro esecutivo. Condizionato il via libera dell'Idv che vuole un governo composto da tecnici e che soprattutto sia a tempo perché per Antonio Di Pietro bisogna tornare "presto" a votare. Il Terzo Polo dà l'ok e offre il suo sostegno incondizionato all'economista fino al 2013. "Non faremo parte dell'ammucchiata", ha ribadito il leader del Carroccio, Umberto Bossi, che non ha nascosto a Napolitano di essere "in imbarazzo" perché "non in grado di conoscere il programma del nuovo governo". Quindi "per adesso è opposizione poi quando vedremo il programma di volta in volta decideremo". Anche l'Idv con Monti. Antonio Di Pietro ha dato al capo dello Stato l'ok per un nuovo governo ma "a tempo per rispondere alle emergenze internazionali, per ridare lustro e credibilità al nostro paese" e poi tornare a votare. Un governo "a cui potremo dare o non dare la fiducia a seconda di quello che ci riferirà in Parlamento, a seconda della squadra". Inoltre l'ex pm, tra gli animatori del referendum elettorale, ha raccontato ai giornalisti di avere "supplicato Napolitano affinché spieghi bene anche al nuovo premier che la legge elettorale si può fare in due giorni se un Parlamento responsabile la vuole fare" anche se "sappiamo che si tratta sempre dello stesso Parlamento che in questi tre anni non l'ha cambiata tanto da avere indotto i cittadini al referendum". A tempo il governo Monti deve essere anche per il gruppo di Popolo e Territorio alla Camera che con il responsabile Silvano Moffa avverte: "Vigileremo affinché il governo fronteggi la crisi e l'emergenza opponendoci a qualunque tentativo di alterarne le finalità al solo scopo di mettere in discussione il sistema bipolare". Nessuna scadenza e sostegno incondizionato al governo Monti arriva dal Terzo polo che sale al Quirinale con una folta delegazione di Udc, Api e Fli. "Abbiamo offerto il nostro impegno a sostenere un nuovo governo fino al termine della legislatura perché tatticismi e furberie non sono ammessi", ha spiegato Pier Ferdinando Casini a nome di tutti avvertendo: "I partiti sono a un bivio: o speculano sulla situazione per qualche tornaconto elettorale o si assumono la responsabilità di salvare il paese come noi abbiamo sollecitato per primi e da soli in questo periodo". Il Pd appoggia il governo tecnico di transizione. I democratici hanno espresso al Presidente della Repubblica "il loro impegno a che in questa fase il Parlamento metta mano a riforme urgenti: quella della legge elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, riforme istituzionali e regolamenti di Camera e Senato. Su questi temi noi abbiamo nostre proposte". Lo ha riferito il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al termine delle consultazioni al Quirinale. Anche il Pdl dice sì a Monti "Abbiamo dato la nostra disponibilità e il nostro consenso a un incarico al professor Monti con il quale ci incontreremo dopo incarico al fine di un approfondimento del contenuto del programma e della composizione del governo". Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, al termine delle consultazioni al Quirinale. "Non intendiampo accedere a ipotesi politiche a questo governo. Abbiamo fatto presente al capo dello Stato la nostra preferenza per tecnici che abbiano dato prova di sensibilità istituzionale e culturale oltre che di equilibrio" ha detto il segretario del Pdl. "Dal governo Monti - ha continuato - deve essere escluso chi ha fatto del prioprio impegno una pura militanza antigovernativa".