Monti ricevuto da Napolitano Berlusconi: larghe intese? Vediamo
Mario Monti sale al Colle da Napolitano. Il neosenatore, ora dopo ora sempre più vicino alla guida del governo, è giunto al Quirinale per un incontro con il capo dello Stato. Il colloquio, tuttavia, rientra nella prassi dopo la nomina del professore a senatore a vita, avvenuta ieri. Intanto il Pdl prende tempo e rimanda al termine delle consultazioni al Quirinale la scelta definitiva sulla condotta da tenere nei confronti del nuovo esecutivo. Prima le consultazioni, poi un nuovo ufficio di presidenza: il partito decide questo percorso durante il lungo vertice di Palazzo Grazioli per comporre le diversità di opinione sulla gestione della crisi di governo. "PDL PER IL VOTO MA DECIDE IL COLLE" "Il partito ha svolto un comitato di presidenza la settimana scorsa e abbiamo affermato che dopo questo governo ci sarebbero state le elezioni. Noi stiamo fermi a quella posizione, ma non intendiamo sovrapporre la nostra voce a ciò che il presidente della Repubblica intenderà fare". E' Angelino Alfano, al termine del nuovo lungo vertice dello stato maggiore del partito ad accennare ai giornalisti il timing messo appunto dopo la discussione. E' lo stesso segretario Pdl a riconoscere che nel partito "ci sono opinioni differenti" pur difendendo il diritto "di un partito al confronto. Se avessimo deciso a maggioranza ci avreste criticati come partito verticistico, questo è un partito democratico nel quale ci si confronta e si discute". Un'ammissione del momento di accesa dialettica del partito che comunque Alfano accompagna alla assicurazione che "il Pdl non è spaccato". NESSUNA SPACCATURA NEL PARTITO "Il Pdl non è affatto spaccato in quanto all'interno ci sono opinioni che non sono uguali che sarannoportate a sintesi e quando la sintesi sarà approvata convergeremo sulla decisione che avremo preso, come accade in tutti i partiti democratici. Se avessimo preso una decisione dall'alto - dice il segretario - con l'una o l'altra tesi ci sarebbe stato rimproverato che il Pdl non è democratico. Viceversa ci si dice che è spaccato. Ma noi non siamo spaccati, stiamo discutendo e siamo fermi oggi alla decisione che era stata assunta la settimana scorsa. Se ci saranno variazioni, non saranno derivate dall'opinione dell'uno o dell'altro ma da una deliberazione dell'ufficio di presidenza". IL CAV APRE A UN GOVERNO DI LARGHE INTESE Prima allarga le braccia, poi alle insistenze dei cronisti sul tema delle larghe intese il premier Silvio Berlusconi si volta sorridente e si limita a replicare, entrando a Palazzo Madama per incontrare i senatori: "Vediamo". "SU MONTI DECIDERA' IL PARTITO" Per il Cav saranno gli organi interni del Pdl a decidere sul neosenatore. Silvio Berlusconi, incontrando i senatori di via dell'Umiltà a palazzo Madama, ha spiegato che non ci sono alternative all'ipotesi Monti e a un esecutivo di larghe intese, ma ha voluto anche sottolineare che la scelta sarà di tutto il partito. Poi esprime amarezza, per i tradimenti. Quelli di Antonione e della Carlucci, in particolare. Sarebbero queste le considerazioni del premier nell'introduzione alla riunione con i senatori Pdl a Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio manifesta amarezza per i tradimenti come quello, dice chi ne ha ascoltato le parole, dell'ex coordinatore Fi e della Carlucci. Amarezza, più ancora, per quella che Berlusconi bolla come ingratitudine mostrata, riferiscono le stesse fonti, da persone che sono state beneficiate in tanti modi.