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Per la legge di stabilità via libera entro la fine di novembre

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Leopposizioni accettano: non faremo ostruzionismo, dice Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. E chiede che oggi una capigruppo a Palazzo Madama metta a punto un iter più breve, per vararla in «pochi giorni». Quindi si dovrebbe chiudere l'esame parlamentare prima della data indicata dallo stesso premier al G20 cioè la fine di novembre. Sui tempi però ancora si tratta. E non dovrebbe a questo punto essere necessario porre la questione di fiducia. Al momento in Senato i «tempi» indicati dalla maggioranza restano quelli già previsti: il relatore della legge di Stabilità, il leghista Massimo Garavaglia, spiega che non sono previste procedure particolari. Quindi oggi è atteso il maxiemendamento del Governo in commissione Bilancio, poi ci sarà un tempo «congruo» per presentare modifiche, poi inizierà il voto. La legge dovrebbe approdare in aula al Senato dal 15 novembre e dovrebbe essere varata entro fine della prossima settimana (venerdì 18 novembre). Poi si va alla Camera e tra commissione e aula il via libera definitivo arriverebbe a fine novembre o al più tardi ai primi di dicembre. Tranne, appunto, che non si decida di dare un colpo di acceleratore. Come chiesto a gran voce da tutte le opposizioni. Del maxiemendamento del Governo ufficialmente non c'è ancora traccia a Palazzo Madama. Anche se molte sono le «bozze» che sono circolate in giornata. Una più corposa di circa 70 articoli e varie più «light» che sarebbero - spiegano fonti del Governo - quelle già passate al vaglio del Tesoro e della Ragioneria. Attualmente i testi sarebbero a Palazzo Chigi e arriverebbero (in uno o più emendamenti) stamani in Senato. Uno degli ultimi testi circolati contiene, ad esempio, 7 capitoli. È ancora «non impaginato» e raccoglie alcuni dei temi già noti tra i molti presenti nella lettera all'Ue. Si va dalla promozione del capitale umano, fino all'accelerazione della realizzazione delle infrastrutture energetiche, di Tlc e edilizie). Ma c'è anche l'efficentamento del mercato del lavoro (gli interventi per donne e giovani), il sostegno all'imprenditorialità, oppure lo snellimento della giustizia. Insomma i temi già circolati in questi giorni e nessun riferimento a misure più «pesanti» tipo i condoni, la patrimoniale o una nuova edizione dell'Ici. I tempi stringono anche perchè tra poche ore è attesa la prima visita europea (Ue-Bce) che dovrà verificare se l'Italia sta o meno varando le misure sulle quali si è impegnata nella «famosa» lettera all'Ue. Ieri il commissario agli affari economici, Olli Rehn, continua a fare pressing: «La situazione in Italia ci preoccupa molto» e oltretutto «il fattore tempo è essenziale». Rehn inoltre in una lettera inviata direttamente a Giulio Tremonti chiede di conoscere «tutti i dettagli riguardanti le nuove misure che sono state adottate dal Governo il 2 novembre». Cioè tutti i dettagli del maxiemendamento varato a inizio mese dal Consiglio dei ministri.

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