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Napolitano: momento grave, è ora di agire L'Italia deve riguadagnare credibilità

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (S) con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

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"Per trarci fuori dalla condizione critica e allarmante in cui ci troviamo occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, che si crei un clima di confronto più aperto e obiettivo, ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni". Giorgio Napolitano segna la gravità del momento e scandisce che "abbiamo bisogno di decisioni presto, e via via nei prossimi anni, che diano il senso di una rinnovata responsabilità e coesione nazionale". Il livello di allarme sullo spread si fa sempre più serrato e il Presidente della Repubblica anticipa che nella crisi il suo sara' un ruolo di "arbitro" che gestirà la situazione "con responsabilità". Le parole del Capo dello Stato arrivano dopo quelle di Silvio Berlusconi che, proseguendo nell'offensiva mediatica lanciata dopo il voto di ieri alla Camera, spiega di vedere solo il voto dopo le sue dimissioni, agganciate all'iter della legge di Stabilità, e ora subordina alla candidatura di Angelino Alfano a Palazzo Chigi, ma anche il proprio personale ruolo, alla decisione degli iscritti al Pdl. Una sorta di annuncio di primarie. Proprio sui tempi della legge di Stabilità, cioè della vecchia Finanziaria, si gioca la partita tra maggioranza e opposizione che chiede tempi rapidi e un'accelerazione che conduca già lunedì, come dice Enrico Letta, a "un nuovo governo di unità nazionale". "I tempi si stanno stringendo drammaticamente", rincara Pier Luigi Bersani al termine della riunione del gruppo Democratico alla Camera: "Siamo pronti a ogni soluzione che consenta un'accelerazione seria dei tempi". E mentre al Senato le opposizioni danno battaglia proprio sui tempi della presentazione del provvedimento, ritenendo "gravissima" un'eventuale convocazione dell'Aula per martedi' prossimo, gli emendamenti del governo sono stati oggetto del vertice che ha portato al Quirinale il ministro dell'Economia e Gianni Letta. Di dimissioni dopo il disco verde di Senato e Camera alla legge di Stabilità, come "gesto di responsabilità nei confronti del paese, per evitare che la diserzione di pochi irresponsabili possa danneggiare l'Italia in modo irreparabile, in un momento di crisi mondiale, con la speculazione che ha preso di mira l'Italia per l'alto debito pubblico ereditato dai governi del compromesso storico", parla allora Silvio Berlusconi. "Vado avanti fino all'approvazione di queste riforme - aggiunge - perché più di ogni altra cosa io amo il mio Paese e sento di assolvere nel modo piu' utile all'Italia il mandato che mi è stato affidato con il voto". "Lunedì ci sarà ancora in carica il governo attuale", pronostica Fabrizio Cicchitto mentre Antonio Di Pietro continua a distinguersi dall'opposizione pronta a un rapido via libera alla Stabilità per arrivare allo show down su Palazzo Chigi: "Una coltellata resta una coltellata anche se cambia premier, noi diciamo no alla macelleria sociale", avverte.

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