Sui conti italiani anche il controllo della Ue
Non c'è tregua per l'Italia. Il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, parla chiaro in un'intervista a Le Monde: gli ispettori di Washington sottoporranno l'Italia e il presidente del Consiglio Berlusconi al test della realtà. Poi chiarisce: è l'Italia che ci ha chiesto di offrirle la nostra competenza. Berlusconi, spiega la Lagarde, mi ha detto: mi sono impegnato a realizzare degli sforzi e l'avvio di riforme ma i mercati non mi credono, chiedo quindi che un soggetto terzo indipendente dimostri la veridicità di quello che prometto. Lagarde delinea uno scenario a tinte fosche. «Siamo in una configurazione pericolosa dove si combinano previsioni di crescita riviste al ribasso e dei tassi di disoccupazione mai raggiunti, anche se registriamo un miglioramento negli Stati Uniti». I conti pubblici italiani saranno sottoposti a uno stretto controllo internazionale. Da una parte quelli della Ue, che già la prossima settimana invierà una missione di esperti a Roma, dall'altra quelli del Fmi, che saranno in viaggio entro fine mese. Intanto domani e martedì il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sarà a Bruxelles per Eurogruppo e Ecofin. Argomento principale della riunione dei ministri Eurozona di domani è la messa a punto dei meccanismi di leveraging per rafforzare la potenza di fuoco del fondo salva-Stati Efsf. Sul piano politico l'attenzione sarà concentrata su Grecia e Italia. In particolare, a Bruxelles si spera che Tremonti possa arrivare con un primo provvedimento di attuazione dei punti indicati nella lettera inviata da Berlusconi a Barroso e Van Rompuy. Il giorno dopo l'Ecofin tratterà i risultati del G20, la ricapitalizzazione delle banche, le proposte di Tobin Tax e tassa sulle emissioni di Co2. Ma già martedì, o comunque entro metà settimana, un team di esperti della Commissione europea volerà a Roma per «parlare con le autorità italiane» e «stilare un piano d'azione». Entro fine mese scatteranno i controlli trimestrali del Fmi. Intanto l'Economist riporta le previsioni di un gruppo di 18 tra banche e centri studi internazionali secondo il quale l'Italia entrerà nel 2012 in recessione con un calo del Pil dello 0,3% e si collocherà in coda alla velocità di crescita tra i grandi paesi della zona euro e del G7. Tremonti, alla vigilia del vertice dell'Eurogruppo, sottolinea che «il mercato finanziario ha prevalso sulla politica». Il ministro sembra rimpiangere il tempo quando «i politici avevano il potere di determinare il futuro dei loro popoli, adesso con la globalizzazione la curva delle categorie politiche è scesa».