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Governo alla conta a Montecitorio Bossi: Silvio lasci, Alfano premier

Angelino Alfano con Umberto Bossi alla Camera dei Deputati

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Tutta l'attenzione del mondo politico si concentra sul voto di oggi pomeriggio alla Camera dei deputati sul Rendiconto generale dello stato. Sarà una vera e propria verifica dei numeri della maggioranza. Il premier Silvio Berlusconi attende l'esito di questo voto per decidere il passo da fare successivamente. La sua intenzione è quella di ascoltare la Lega e i vertici Pdl per poi decidere la strategia. Intanto, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti rientra a Roma da Bruxelles, dove ha preso parte alla riunione dell'Eurogruppo e dove oggi si tiene l'Ecofin. Continua inoltre il pressing del presidente del Consiglio sugli scontenti. Berlusconi ha ricevuto nella sua residenza romana di Palazzo Grazioli Isabella Bertolini, una dei deputati firmatari della lettera inviata al presidente del Consiglio sui malcontenti all'interno del partito. La deputata voterà sì oggi a Montecitorio. A Palazzo Grazioli è arrivato subito dopo il deputato Giorgio Stracquadanio che all'uscita ha cercato di dribblare giornalisti e operatori. Dopo aver detto di non avere niente da dichiarare Stracquadanio ha quindi allungato il passo, ha cominciato a correre, con le decine di giornalisti che si sono lanciati all'inseguimento. Alla fine il deputato si è rifugiato in un blindato dei Carabinieri. Infine ha gridato "lasciatemi stare, voglio essere un uomo libero". E ai giornalisti che gli chiedevano se il Presidente del Consiglio resisterà al suo posto ha risposto "Ce la farà perché è un uomo di Stato e gli uomini di Stato ce la fanno sempre". I FRONDISTI: NUOVO GOVERNO  "Abbiamo preso atto con soddisfazione che la Camera dei Deputati, anche per le decisioni preannunciate dalle opposizioni, approverà nel pomeriggio il rendiconto generale dello Stato, come era necessario e doveroso", affermano in una nota congiunta i "frondisti" del Pdl Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli, Antonio Buonfiglio. "A tal proposito ribadiamo la necessità che il Presidente del Consiglio favorisca la nascita di un nuovo governo con la più ampia base parlamentare - aggiungono - per affrontare la drammatica emergenza economica e finanziaria dell'Italia, e a tal fine non parteciperemo, per scelta politica, alle votazioni di oggi".   LA STRATEGIA DELL'OPPOSIZIONE I gruppi delle opposizioni non parteciperanno al voto sul Rendiconto ma saranno in Aula alla Camera per garantire il numero legale. È la decisione presa durante la riunione dei capigruppo di Pd, Idv e Terzo polo. "Abbiamo deciso che staremo in Aula ma non parteciperemo al voto - ha spiegato Dario Franceschini - perché il Paese e chi ci guarda deve verificare in modo incontestabile se Berlusconi ha ancora la maggioranza per governare". BOSSI: UN PASSO LATERALE Il leader della Lega Umberto Bossi insiste nel chiedere che il premier si faccia da parte. "Oggi non succederà niente, ma abbiamo chiesto a Berlusconi di fare un passo di lato", ha detto arrivando alla Camera. E alla domanda dei cronisti se la richiesta del Carroccio sia per Alfano premier, il senatur conferma sarcastico: "E sennò chi mettiamo, il segretario del Pd?".   IL VERTICE DEL PDL Silvio Berlusconi attende l'esito del voto sul rendiconto dello Stato che sarà sottoposto oggi al voto della Camera per decidere le mosse successive: se fare un passo indietro o continuare nell'azione di governo. L'intenzione del premier emersa dal vertice del Pdl a Palazzo Grazioli è quella di ascoltare la Lega e riconvocare lo stato maggiore del Pdl per prendere la decisione finale. Il Cavaliere, dopo aver ascoltato tutti i dirigenti, si è preso del tempo per decidere aspettando di vedere i numeri che raggiungerà il centrodestra a Montecitorio. Deciso l'esito del voto, il premier vedrà la Lega Nord e i vertici del Pdl per decidere la strategia. Diversi gli scenari esaminati a Palazzo Grazioli. Nel caso ci fossero i numeri, Berlusconi ribadirà l'intenzione di andare avanti. Se la maggioranza non dovesse ottenere i numeri necessari all'orizzonte ci sarebbero solo le elezioni. Sull'ipotesi di un altro tipo di governo il Pdl potrebbe dividersi. A riguado peserebbe anche l'incognità Lega Nord.   VOTO ATTO DI RESPONSABILITÀ  "Finché il governo ha la maggioranza governa", ha detto il sottosegretario al Ministero dell'Interno, Alfredo Mantovano. "Ha questo dovere - ha aggiunto - ha assunto impegni in sede europea che sono stati assunti non per restare sulla carta ma per diventare qualcosa di operativo. Sarebbe stato meglio se l'operatività fosse contenuta già in un decreto legge, ma per le ragioni note il decreto non c'è stato; ci sarà lo sforzo di farli diventare legge inserendoli nel Patto di stabilità". "L'anno scorso i sì al rendiconto dello Stato alla Camera furono 245. Perché quest'anno devono essere 316?", scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, sulla sua pagina Facebook. "Se l'opposizione è tanto sicura mostri i numeri veri sul no senza rifugiarsi tra astensioni e non voto. Con la stessa logica di oggi l'anno scorso - ed era settembre con la scissione di Futuro e Libertà già avvenuta - non votarono il rendiconto 385 deputati. Ma nessuno disse che il governo si doveva dimettere. È che non sanno se hanno le firme per sfiduciarlo", scrive. Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Aurelio Misiti, si è detto "stupito dal fatto che le opposizioni in Parlamento avrebbero manifestato l'intenzione di trasformate il voto sul rendiconto, sempre considerato di routine, in una conta sulla tenuta della maggioranza, mescolando il sacro con il profano". "Il governo - ha ribadito - ha il dovere di continuare la sua opera fino a quando il Parlamento con apposita votazione negherà la fiducia". "Il voto di oggi è un atto di responsabilità nei confronti del paese", ha detto il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto. "Il governo non cadrà. Sono deluso - ha affermato - da tutti i miracolati da Berlusconi che ora gli voltano le spalle".  

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