Suspence per l'apertura dei mercati
Nonc'è solo la questione greca a tenere sotto tensione i listini. I riflettori sono puntati soprattutto su Piazza Affari dopo la decisione del G20 di affidare al Fondo Monetario internazionale la supervisione delle misure di risanamento e sviluppo del governo italiano. E se la missione del Fmi è prevista per fine mese, a giorni è attesa quella di un team di esperti della Commissione europea che avrà un giro d'incontri con il governo per mettere a punto un piano d'azione. Intanto oggi e domani il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sarà a Bruxelles per l'Eurogruppo e l'Ecofin proprio nei giorni più difficili per la maggioranza alla verifica sul rendiconto dello Stato. L'Eurogruppo si occuperà del rafforzamento del fondo salva Stati mentre all'Ecofin si affronterà il nodo della ricapitalizzazione delle banche. È evidente che Bruxelles si attende da Tremonti il maxi-emendamento per lo sviluppo che il governo presenterà alla Legge di stabilità. Bisognerà vedere come Piazza Affari reagirà a questo scenario dopo la chiusura in calo del 2,66% di venerdì. Ma l'attenzione è rivolta soprattutto all'andamento dello spread fra Btp e Bund. Un termometro della credibilità del Paese, finora tenuto su temperature altissime ma comunque sostenibili, grazie ai ripetuti interventi della Bce. L'Eurotower continua ad acquistare titoli di Stato ogni volta che il differenziale fra i rendimenti si allarga troppo. Ma il soccorso, come spiegato anche dal presidente Mario Draghi, non va considerato scontato e spetta al governo il compito di convincere i mercati. A questo mix esplosivo sul fronte italiano si aggiunge la situazione greca con il premier George Papandreou che ha raggiunto un accordo con l'opposizione per la formazione di un governo di unità nazionale. Al posto di Papandreou potrebbe arrivare Lucas Papadimos, ex vice presidente della Bce. Queste tensioni hanno scatenato la scorsa settimana gli ordini di vendita sui mercati azionari e obbligazionari. I più colpiti a Piazza Affari sono stati i titoli bancari. A partire da Unicredit, inserita nella lista delle 29 banche «too big to fail» e chiamata a un'operazione di ricapitalizzazione entro la fine dell'anno. Alle banche francesi, si guarda per i titoli di Stato. Gli istituti francesi stanno infatti cedendo i titoli italiani. E, dopo i i risultati di Bnp Paribas di giovedì scorso, c'è attesa per le decisioni delle altre big. Questa settimana saranno infatti alle altre tre banche sistemiche francesi a presentare i propri risultati e quindi a scoprire le carte anche sull'attività di trading sui titoli sovrani: l'8 novembre Societè Generale, il 9 Bpce e il 10 novembre il Credit Agricole.