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Silvio pensa alle urne: "Non si sente la crisi. I ristoranti sono pieni"

Il premier Silvio Berlusconi

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Torna il Berlusconi che dispensa ottimismo. Il Cavaliere che vede positivo. Tanto positivo che le sue dichiarazioni nella conferenza stampa conclusiva del G20 a Cannes seminano il panico in una maggioranza sempre più precaria. Perché di fatto è l'apertura della campagna elettorale. Il premier pensa di ottenere la fiducia: «Per martedì non ci sono problemi», dice ai suoi. È convinto che alcuni dei dissidenti rientreranno. Considera Antonione, Bertolini e Stracquadanio già recuperati. Ma comprende che la situazione può precipitare e si prepara al voto all'inizio del 2012. Ormai non lo esclude più con i fedelissimi: «Può essere», dice ad Alfano, Verdini e Letta riuniti in serata. Procediamo con ordine. È ora di pranzo, il Cavaliere è a Cannes e afferma che in Italia «non si sente qualcosa che possa assomigliare a una grande crisi». Per Berlusconi la causa dell'impoverimento delle famiglie italiane risale «al cambio lira-euro». Mentre l'attacco in corso al debito italiano «è una moda passeggera». Insomma, a detta del Cavaliere, non c'è tanto da preoccuparsi: «Mi sembra che in Italia non si avverta una forte crisi - sono le sue parole -. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante. I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto». Qualcuno torna a chiedergli se intende farsi da parte. E lui esclama: «Nessuno può fare a meno di me». Ci sarà allora da preoccuparsi per la fuga dei parlamentari del Pdl? No, Berlusconi replica secco: «Sono certo che gli scontenti torneranno sulle loro posizioni». È ancora convinto, il premier, che tutto rientri grazie al suo personale intervento: «Si tratta di persone che ritengono di essere state scavalcate da persone meno capaci per quanto riguarda la squadra di governo - spiega Berlusconi -. Sono reazioni umane le loro e comprensibili ma sono certo che quando le incontrerò queste persone ritorneranno sulle loro posizioni». Fa sapere di comprenderli, visto che l'aula di Montecitorio è «alienante». E se qualcuno non torna indietro e vota contro il governo? «In questo momento abbandonare il gruppo parlamentare e la maggioranza è un atto di tradimento nei confronti del Paese. Abbiamo sempre avuto la maggioranza e continueremo così», assicura il capo del governo. Poi ci sono le questioni internazionali. Berlusconi sottolinea che non c'è un problema della sua credibilità: la questione «non riguarda le nostre persone ma l'Italia con la sua storia più o meno recente». Il premier è seduto di fianco a Giulio Tremonti proprio al culmine di una settimana in cui si parla del loro rapporto sempre più deteriorato. Ma il Cavaliere smentisce tutto: «Ho trovato apprezzamento nei suoi confronti da parte dei suoi colleghi». «E per quanto mi riguarda - aggiunge - io ho con tutti i leader del G8 e con quasi tutti quelli del G20, un rapporto addirittura di amicizia e in certi casi di forte amicizia». In serata esplode un altro caso. Il blog del Financial Times che attribuisce delle frasi che Tremonti avrebbe detto a Berlusconi: «Lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti. A torto o a ragione, il problema per i mercati e per l'Europa sei tu». Ma il portavoce del ministero dell'Economia smentisce tutto: «Si tratta un'affermazione virgolettata apparsa sulla stampa italiana il giorno precedente totalmente priva di fondamento e quindi falsa». Tornando alla conferenza stampa, il presidente del Consiglio torna sul capitolo del giorno, l'arrivo degli ispettori del Fondo monetario internazionale: «Non ci sarà alcuna limitazione, il Fmi sarà una società di certificazione esterna che useremo per far conoscere quelli che sono i risultati della nostra azione parlamentare. Il Fondo monetario ci aveva offerto dei fondi che noi abbiamo rifiutato, mentre il monitoraggio è stata una richiesta dell'Italia concordata col presidente Napolitano» spiega Berlusconi. Insiste: «Se il Fmi certificasse che le riforme non dovessero essere approvate noi saremmo in difficoltà, ma noi attueremo le riforme». Spiega ai suoi: «Abbiamo messo la sinistra con le spalle al muro. Se vota contro se ne assumerà le responsabilità pure con il Fmi e Ue». Confessa che l'intervento del Fondo è stato suggerito da Merkel e Sarkozy ma ora è diventato un'arma da usare contro «l'opposizione anti-italiana e anti-europea».

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