Pomicino contro Libero e il Giornale: «Caduta di stile»
Controdi lui si sono schierati alcuni quotidiani ritenuti vicini alle posizioni del governo e alla fine l'interessato prende carta, penna e calamaio e rigetta tutte le accuse. Ne nasce così una dura lettera che Paolo Cirino Pomicino, alias Geronimo, scrive ai direttori di Libero e de Il Giornale, Maurizio Belpietro e Alessandro Sallusti, dopo gli articoli pubblicati negli ultimi giorni nei quali lo si indicava come «regista della campagna acquisti di Pierferdy». Nella lettera Cirino Pomicino lamenta i toni usati nei suoi confronti anche se, conclude «alla fin fine siete i nostri migliori alleati». «Ragazzi, ma che vi succede? Ieri l'uno e oggi l'altro mi avete fatto lo stesso identico attacco politico utilizzando la solita arma dell'ingiuria e tentando di coinvolgere anche Casini mettendoci insieme, l'uno in una vignetta e l'altro in una foto volendo alludere così al velenoso contagio della prima repubblica al leader dell'Udc (a proposito, non dimenticate mai che Berlusconi è stato il più grande finanziatore di una parte della prima repubblica)». «Ma come - prosegue la lettera - per oltre 15 anni vi siete contesi la mia firma a suon di migliaia di euro l'anno e oggi scoprite che Geronimo è il diavolo? Via, state diventando Bibì e Bibò, i figli del signor Katzejammer del famoso fumetto. Ascoltate un vostro vecchio amico neurologo che vi vuole ancora bene, lasciate perdere perchè se temete un pensionato della politica come me è segno che siete davvero messi male e la cosa mi farebbe piangere il nuovo cuore. Se invece volete continuare, accomodatevi. Ieri, insieme alle vostre muse ispiratrici, avete fatto perdere a Berlusconi Milano e Napoli e un nutrito gruppo di parlamentari ed oggi continuando così aiutate il paese a rimuoverlo più rapidamente da palazzo Chigi. Alla fin fine siete i nostri migliori alleati».