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Il Pdl: «Una commissione d'inchiesta sulle agenzie di rating»

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Lochiede Rocco Girlanda, deputato Pdl e presidente della fondazione Italia-Usa, che ha presentanto una prooposta di legge ad hoc. L'obiettivo è quello di valutare l'imparzialità di quelle agenzie che con i loro giudizi stanno orientando le politiche economiche e amministrative di molti Paesi, determinandone successi e fallimenti. Lo strumento per fare questa valutazione sarebbe una commissione, composta da venti deputati ed altrettanti senatori, che verifichi i metodi di giudizio delle agenzie, «al fine di ridurre gli effetti negativi dovuti alla cieca osservanza da parte degli investitori meno esperti e l'uso o l'abuso strumentale da parte degli speculatori - spiega Girlanda -. Bisogna considerare, infatti, che soprattutto negli Stati Uniti importanti leader finanziari sono spesso anche loro azionisti o ognuno di questi fondi controlla patrimoni in diversi settori dell'industria e della finanza. Un fattore, questo, in grado di produrre meccanismi di insider trading attraverso possibili fughe anticipate e selezionate di notizie riguardanti le modalità e le tempistiche dei declassamenti, condizionando così investimenti e transazioni internazionali. Guadagni o perdite "pilotate", che possono concorrere ad alimentare l'impennata delle speculazioni e la pressione sulla qualità della vita di milioni di persone». Il deputato del Pdl sottolinea come «negli ultimi mesi, queste agenzie hanno rivestito ruoli di fondamentale importanza nell'andamento delle Borse mondiali e nelle azioni politiche, fiscali ed economiche di Paesi come Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, solo per citare i più noti». «È quindi necessario - sottolinea l'esponente pidiellino - ridurre l'impatto delle valutazioni di queste agenzie e verificare gli effetti del loro possibile conflitto interno di interessi in relazione ai giudizi emessi, soprattutto nei confronti degli Stati sovrani. Ulteriore compito di questa commissione - continua Girlanda - potrebbe essere quello di farsi promotrice, a livello comunitario, di percorsi alternativi come, ad esempio, la costituzione di un'agenzia unica europea con capitali pubblici bilanciati che affianchi le valutazioni delle agenzie di rating e ne certifichi, in tal modo, la veridicità. Al giorno d'oggi, infatti, manca un organo che controlla chi emette i giudizi: questa agenzie esercitano al contempo, infatti, funzioni di consulenza a privati e funzioni "censorie", una dinamica potenzialmente conflittuale nell'imparzialità dei propri giudizi, il cui potere attualmente sta prevaricando il giusto ruolo di valutazione orientativa».

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