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L'obiettivo di Papandreou: governo di unità nazionale

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Intanto,secondo quanto riferiscono in serata varie fonti giornalistiche ad Atene, Papandreou intenderebbe dimettersi e accettare come premier per il nuovo esecutivo una personalità di area moderata. Sinora tutte le voci coincidono sul nome di Stavros Dimas, ex commissario dell'Ue, con il presupposto che la sua candidatura venga accettata da Antonis Samaras, leader di Nea Dimocratia, principale partito dell'opposizione (centro-destra). Dopo essere riuscito ad ottenere con una risicata maggioranza (153 sì e 145 no) la fiducia del Parlamento, ieri in tarda mattinata il premier si è presentato dal capo di Stato Karolos Papoulias al quale ha chiesto di aprire consultazioni in vista della formazione di un nuovo esecutivo di transizione e con un ampio consenso. «Farò tutto ciò che è in mio potere per la formazione di un governo di ampia collaborazione» ha detto Papandreou. «La mancanza di un consenso rischierebbe di preoccupare i nostri partner europei circa la nostra volontà di restare nell'euro», ha aggiunto. Papoulias, dal canto suo, si è impegnato a «fare ogni sforzo per la ricerca di un'intesa» e per questo, ha detto, chiederà ai capi dei partiti politici di pronunciarsi circa la loro eventuale partecipazione alla formazione di un governo di coalizione. Ma anche se Papandreou si è detto pronto a negoziare su tutto - obiettivi, composizione e calendario - del nuovo esecutivo, il compito si preannuncia comunque estremamente difficile a fronte dell'intransigenza dimostrata dal suo rivale conservatore Samaras, che ancora oggi è tornato a chiedere per l'ennesima volta elezioni anticipate immediate che per il premier sarebbero invece «catastrofiche» per la Grecia. Oggi il presidente Papoulias riceverà Samaras, per discutere con lui delle prospettive per la formazione di un governo di unità nazionale. Continuano le pressioni su Papandreou e Samaras affinchè il leader di Nea Dimocratia faccia un passo indietro.

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