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Centrosinistra senza "piano B"

Silvio Berlusconi

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Non bisogna mai confondere i propri desideri con l'analisi politica. Dopo diciassette anni gli avversari di Berlusconi non hanno ancora compreso che cosa frulla nella testa del Cavaliere quando è in difficoltà. Eppure non dovrebbe essere così difficile, l'esperienza serve a questo. Ne ho avuto la prova ieri in tv a «Otto e Mezzo» quando Enrico Letta - politico che stimo - ha liquidato come farneticazioni le parole del premier da Cannes. Ancora una volta il centrosinistra - con un parlamentare che dispone di ottimi strumenti di comprensione - non coglie il sottotesto del messaggio di Berlusconi: le elezioni anticipate. Bastava ascoltare bene Alfano subito dopo la consultazione con Napolitano l'altro ieri e mettere in fila le dichiarazioni di Calderoli per concretizzare lo scenario prossimo venturo. Eccolo qui: Berlusconi andrà in Parlamento a cercare la fiducia e, a dispetto di quel che si crede, ha ottime possibilità di ottenerla. Saltato questo ostacolo, il Cav proverà ad andare avanti, ben sapendo di non essere nelle condizioni ideali, ma forte di un fatto che tutti stanno ignorando: il monitoraggio del Fondo Monetario Internazionale e dell'Unione Europea è una blindatura alla quale neppure l'opposizione può sottrarsi. Il centrosinistra ha in testa, legittimamente, un solo scenario: la defenestrazione di Berlusconi. Non mette neppure in conto che egli possa farcela. E se il «piano A» non riesce che si fa? La domanda resta inevasa e invece al posto del Pd e soprattutto di Casini io me la porrei. Qual è il «piano B»? Di fronte a un governo che sta in piedi non si può pensare di andare avanti con la strategia dell'ariete. Si rischia la frattura del cranio mentre i mercati martellano il Paese e il portafoglio dei cittadini. Quando il direttore generale del Fmi dice che «l'Italia non è credibile» lancia un'accusa non solo al governo, ma anche al Parlamento incapace di superare lo spirito di fazione e votare riforme comuni. Prima si salva l'Italia, poi si regolano i conti. Non lo faranno. E a quel punto Berlusconi potrà dire che alla sinistra non importa nulla del Paese. E sarà campagna elettorale.  

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