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Mutui e rate meno care. E anche lo Stato risparmia

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Mentrechi ha un conto corrente o un conto deposito potrebbe vedersi ridurre gli interessi attivi sui propri risparmi. La decisione del Consiglio direttivo della Bce presieduto per la prima volta da Draghi è stata presa all'unanimità tenendo conto che nella zona euro le prospettive dell'inflazione sono in calo e - ha detto Draghi - «potrebbero scendere sotto il 2% nel 2012». Finora però l'inflazione nell'Eurozona è cresciuta al 3% sia in settembre che ad ottobre e in Italia proprio ad ottobre è schizzata al 3,4% dal 3% di settembre. Sui prezzi al dettaglio, poi, non si sono ancora avvertiti pienamente gli effetti dell'aumento dell'Iva decisi questa estate. Insomma questa volta a pagare la decisione della Bce saranno i risparmiatori italiani che già vedevano i propri capitali erosi dall'inflazione e adesso lo saranno anche dalla riduzione dei tassi di interesse. A guadagnarci invece saranno in prima istanza le imprese e chi ha o sta per accendere un mutuo. Le imprese otterranno prestiti dalle banche a tassi più convenienti e chi ha un mutuo a tasso variabile dovrà vedersi ridurre la rata. Non ha caso il presidente di Confindustria Emma Marcagaglia ha immediatamente applaudito alla decisione della Bce: «è una decisione molto opportuna e positiva. La prima mossa di Draghi è un sostegno forte alla crescita in un momento difficile». La riduzione dei tassi potrebbe anche spingere i consumi, ma solo quella nicchia molto pericolosa, come ha dimostrato la crisi Usa del 2008, di chi compra indebitandosi facendo rate. Teoricamente il taglio dei tassi dovrebbe anche aiutare a ridurre il debito sovrano di tutti gli Stati dell'eurozona e in particolare di quelli, come l'Italia, in particolare sofferenza. Non appena la Bce ha preso la sua decisione, gli spread fra il Btp decennale e il Bund tedesco ha invertito la pericolosa curva che aveva portato due giorni fa il differenziale a 455 punti con rendimenti del 6,33%. Ma sul rendimento dei titoli di Stato gioca in questo momento in modo sostanziale il rischio debito e le misure che il governo prenderà per ridurlo tagliando la spesa e incentivando la crescita.

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