La Casa Bianca e il caos italiano
Riepilogo: 1. Draghi ha cominciato il mandato al vertice della Bce con un taglio dei tassi. È una decisione che conferma la concretezza e sobrietà dell’italiano più potente del mondo; 2. Berlusconi è andato al summit del G20 senza un decreto e con un maxiemendamento da discutere e votare in un’aula che somiglia alla giungla. 3. L’Italia ha passato il test del prevertice con Francia, Germania, Spagna e Draghi. Berlusconi ha ribadito gli impegni su debito e riforme, secondo quanto stabilito con la lettera di Bruxelles. 4. Le condizioni di «necessità e urgenza» per emanare il decreto c’erano tutte, ma le mosse in Parlamento hanno rivelato perché serviva un passaggio d’aula e non un atto di «legislazione motorizzata» più che mai logico; 5. Due deputati del Pdl hanno annunciato il passaggio all’Udc, vari malpancisti si sono fatti vivi, altri hanno formato un nuovo gruppo parlamentare; 6. Sono le prime manovre del plotone d’esecuzione che il premier si troverà davanti alla Camera quando si voterà la legge di stabilità; 7. Quando Berlusconi strappò a Fli ed altri partiti l’appoggio di alcuni deputati si parlò di compravendita, il silenzio di oggi sui cambi di casacca conferma il doppiopesismo della politica italiana; 8. Il consigliere della Casa Bianca Ben Rodhes ha ribadito un concetto semplice che nel nostro Paese non viene afferrato dall’establishment: «Per l'Italia vale il discorso della Grecia. Se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi del Paese». Questo dovrebbe far riflettere tutti e consigliare più prudenza sulle magnifiche sorti di un nuovo esecutivo, qualunque esso sia. Il pragmatismo americano - condito dal tatto diplomatico - ricorda che le condizioni dell’Italia non sono normali e qualunque governo si troverà ad affrontare una sfida ciclopica. Conosciamo i limiti del centrodestra e i veti incrociati che hanno impedito una svolta nella politica economica. Le stesse dinamiche sono presenti nel centrosinistra. Riforma delle pensioni, del lavoro e del fisco sono i punti dell’agenda. Il resto è un gioco di fumo e specchi. Occhio, gli illusionisti finiscono sempre per venire segati dentro la cassa che si sono costruiti per allestire lo show. Vale per tutti.