Merkel e Sarkozy: «La Grecia resti nell'euro»
Oggi vertice a Cannes. Papandreou: «Il nostro è un Paese saggio. Referendum il 4 dicembre»
Finoraper l'asse Merkel-Sarkozy non ha sortito grandi effetti. Le risatine di dileggio di Berlusconi hanno solo mascherato il fallimento di ogni azione messa in campo nei mini-vertici tra Parigi e Berlino che ormai susseguono con cadenza regolare. Nessuno consigliere diplomatico e nemmeno qualcuno dotato di buonsenso ha ancora spiegato alla cancelliera Merkel e al presidente Sarkozy che qui non si tratta soli di salvare i loro Stati e le loro banche. La crisi è europea, l'Europa ha 27 membri, e sono quindici quelli che adottano ufficialmente l'euro. Insomma se c'è da salvare la moneta unica buona norma vorrebbe che tutti si sedessero al tavolo delle trattative. Ci si attendeva un cambio di rotta anche in previsione del G20 che comincia oggi a Cannes in Francia. Non è stato. Il tandem Merkozy ha preferito intestardirsi a condurre il gioco da solo. E ancora una volta prima dell'assise mondiale hanno convocato un prevertice ieri in serata. I due si sono prima visti con i leader Ue, un rappresentante della Bce e la responsabile del Fmi, Christine Lagarde, a cena hanno incontrato il premier greco George Papandroeu. Un incontro nel corso del quale il premier greco ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a indire un referendum sul piano di salvataggio di Atene. E preso in considerazione la richiesta franco tedesca di chiedere ai greci di anticipare a fine novembre il referendum previsto per gennaio. In ogni caso la posizione franco-tedesca ribadita al premier greco è che non c'è alternativa al rispetto pieno e nei tempi previsti degli accordi presi con l'Eurozona, il Fondo monetario e la Bce. Al prevertice non c'era Mario Draghi, appena insediato al vertice della Banca Centrale Europea, che forse ha inaugurato un nuovo stile. Ha mandato avanti un suo delegato. Un segnale di leggera divergenza sulla gestione a due della crisi dell'euro. Un comportamento sicuramente rilevato se stamattina dalle 10,30 si terrà una riunione di lavoro, convocata dal presidente francese Nicolas Sarkozy, con i leader dei Paesi dell'eurozona rappresentati nel G20 (insieme alla Germania anche Spagna e Italia), delle istituzioni europee (Consiglio Ue, Commissione, Bce) e del Fmi. la riunione servirà a mettere a punto una posizione comune dell'Europa da presentare al G20 che si apre alle 13 e ad analizzare le conseguenze dell'annuncio della Grecia sulla convocazione di un referendum sul secondo pacchetto di aiuti. La volontà di chiudere nell'angolo la Grecia e costringerla a rientrare nei ranghi è stata comunque espressa dalla Lagarde: «Gli europei devono applicare il piano di salvataggio della Grecia concordato al vertice di Bruxelles del 27 ottobre scorso». Intanto oggi a Cannes l'Europa si presenta al G20 consapevole che da sola non può farcela. «Vogliamo che la Grecia resti nell'euro». Lo affermano in una conferenza stampa congiunta il presidente Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel al termine dell'incontro con il premier greco Papandreou. Sarkozy e Merkel aggiungono che «il referendum sul piano di austerità della Grecia potrebbe essere celebrato i prossimi 4-5 dicembre. Siamo pronti ad aiutare la Grecia sulla base del principio di solidarietà che vige in Europa, ma la Grecia deve rispettare gli impegni presi». La cancelliera tedesca ha aggiunto: «Il nostro obiettivo, la nostra missione, la priorità è avere un euro stabile e tornare a una gestione sana della moneta». Papandreou è certo: «I greci sono saggi e sapranno prendere la decisione giusta. Sono sicuro che ci sarà un largo consenso al piano di salvataggio. Sì al referendum il 4 dicembre».