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La Fed taglia le stime di crescita

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L'assicurazionearriva dal numero uno della Banca centrale americana Ben Bernanke certo che l'istituto abbia ancora "munizioni da sparare" per promuovere la ripresa. Anche se questa resta lenta e gravata di «significativi rischi al ribasso», come dimostra il taglio delle stime fino al 2013. Per la Banca centrale, infatti, il Pil 2011 dovrebbe salire dell'1,6-1,7%, meno del 2,7-2,9% stimato in giugno, per poi accelerare al 2,5-2,9% nel 2012 (3,3-3,7% la previsione precedente) e al 3,0-3,5% nel 2013 (3,5-4,2% stimato in precedenza. Per il 2014 la Fed prevede un Pil in aumento fra 3,0-3,9%. Calerà, ma solo gradualmente, la disoccupazione (ma qui le stime sono state riviste al rialzo) mentre i tassi rimarranno invariati fra lo 0 e lo 0,25%. L'economia americana, ammette Bernanke, risente della crisi del debito europea. «Quello che succede in Euroopa - spiega - ha effetto sugli Stati Uniti. Non possiamo isolarci dall'Europa. Sta ai leader europei trovare una soluzione per la crisi. La Fed si limita a guardare le banche americane e la loro esposizione all'Europa, ed è pronta a intervenire se la situazione peggiorasse. La Fed e il Tesoro sono in contatto con le parti europee e offrono, per quanto valga, i loro consigli».

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