Per i mercati non ci sono santi
Non so quanti in Parlamento abbiano letto «Future Shock», un libro scritto nel 1970 dal futurologo americano Alvin Toffler. In quelle pagine ci sono passaggi illuminanti sull'impatto dell'innovazione e lo shock che provoca la tecnologia sulle nostre vite. Le discussioni dei capi di Stato europei per evitare il collasso dell'Eurozona mi hanno ricordato questo libro perché appaiono tragicamente lente rispetto alla velocità dei mercati. Mentre i politici -e un bel pezzo del Paese - facevano «ponte», le Borse non erano in vacanza. Per il mercato non ci sono santi. Lo sviluppo delle reti di computer e le transazioni in tempo reale hanno impresso un'accelerazione impensabile agli eventi. È come se a una corsa di Formula uno si presentasse una tartaruga. Nel migliore dei casi arriva ultima, nel peggiore finisce sotto le ruote di un bolide che sfreccia a 300 all'ora. Siamo nel secondo caso. E siamo noi la tartaruga, l'Italia.Dopo il vertice di Bruxelles l'Europa avrebbe dovuto passare subito alla fase operativa. Ancor di più doveva farlo il governo italiano a cui la Bce dà sostegno acquistando titoli di Stato battenti bandiera tricolore. Niente. Rientrato in Italia il premier è tornato ai riti della nostra politica. Un incontro là, un vertice qui, un colloquio sopra, una telefonata sotto e l'opposizione che con il megafono chiede le dimissioni. Il solito spettacolino a cui nessuno si sottrae, basta pensare che alla vigilia del crac il ministro dell'Economia Giulio Tremonti era alla sagra della zucca nel Piacentino insieme a Umberto Bossi. Nessuno ha immaginato quel che i vecchi corsari della Borsa sanno: mai rilassarsi, attenti all'imprevisto e occhio agli indici quando ci sono di mezzo le vacanze. Ieri si è realizzata la condizione ideale per la tempesta perfetta: pochi operatori in sala trading, molto casino fuori (la decisione di Atene di indire un referendum sul piano di salvataggio europeo) e ottime opportunità di guadagno per quelli che ci sanno fare. Tralascio il resto della storia, lo leggerete nelle pagine del nostro giornale. Solo un ultimo avviso: o il Cavaliere parla chiaro alla sua maggioranza e prova davvero a levare di mezzo il problema o i mercati stavolta leveranno di mezzo lui.