Pdl, rispunta la lettera degli scontenti
Rispunta la lettera degli "scontenti" del Pdl a Silvio Berlusconi per chiedere un allargamento della maggioranza. Il documento sta circolando in queste ore per la raccolta delle firme, spiegano alcuni parlamentari del partito del premier interessati all'iniziativa. Allo studio dei frondisti ci sarebbe anche un nuovo gruppo parlamentare autonomo dal Popolo della libertà. Un progetto che sarebbe stato messo sul tavolo dei numerosi incontri della giornata. Anche se non tutti sono d'accordo. C'è chi tra i 'malpancistì preferirebbe tradurre il malcontento in un documento o chi resta attendista. Ma il crollo in Borsa di ieri ha fatto di nuovo schizzare a livelli di guardia l'agitazione dentro il Pdl. Nonostante Berlusconi si dica fiducioso di recuperare anche chi, come Roberto Antonione, il suo addio lo ha già pronunciato. «Abbiamo una maggioranza in grado di votare i singoli provvedimenti», ha rassicurato i suoi Berlusconi, nell'intervento all'ufficio di presidenza del Pdl convocato in serata a Palazzo Grazioli. Il presidente del Consiglio, dopo aver incontrato a pranzo anche gli ex Fli Urso, Ronchi e Scalia (che starebbero lavorando, girano voci non confermate, a una componente autonoma insieme a Buonfiglio), ha invitato i suoi a coinvolgere tutti e ha ostentato ottimismo circa la possibilità di arginare l'emorragia dello scontento. Ma il bollettino interno al Pdl racconta una nuova giornata di pranzi, caffè e prese di distanza dal Cavaliere. Come quella, non scontata, di Maurizio Paniz, capogruppo in Giunta per le Autorizzazioni. Berlusconi ha sbagliato, afferma l'avvocato-deputato del Pdl. Che candida Gianni Letta (o in alternativa Renato Schifani) alla guida di un governo del centrodestra che traghetti il Paese alle elezioni nel 2013. Pier Ferdinando Casini interviene affermando: «Non è più il momento delle furberie, ma pensiamo che ci siano molti disponibili» a uscire dalla maggioranza. In giornata si contano del resto diversi incontri tra i cosiddetti "scontenti", destinati a proseguire anche in serata. Antonione riunisce nel primo pomeriggio una dozzina di parlamentari, tra i quali Giustina Destro e Fabio Gava, che non hanno votato l'ultima fiducia al governo, ma anche Isabella Bertolini e Guglielmo Picchi. Mentre pure tra gli ex "responsabili" (Luciano Sardelli è già uscito dalla maggioranza) si segnalano ancora mal di pancia. Sono consapevoli, i "delusi", dell'attenzione che li circonda, dal momento che i numeri già stretti alla Camera rendono anche solo una manciata di voti determinanti per approvare (o affossare) le misure del governo. Ma non hanno ancora deciso come muoversi. Mentre già circola la lettera al premier, c'è chi invoca prudenza almeno fino al G20 di Cannes di domani. E c'è chi invece spinge perché si dia comunque vita a una componente autonoma del gruppo Misto, che convogli gli scontenti e costituisca il nucleo fondante di un eventuale gruppo autonomo. «Siamo in alto mare - afferma Antonione - stiamo riflettendo su come rappresentare la nostra posizione politica». Dalla partita sembra essersi sfilato Claudio Scajola (a lui sarebbe stato offerto, si racconta in ambienti del Pdl, di tenere le fila delle liste elettorali in caso di voto anticipato). Ma l'allarme è alto. Come rivelano anche le parole pronunciate dal segretario Angelino Alfano nell'ufficio di presidenza: «C'è un'opa ostile contro di noi, per attirare una decina di deputati dando loro l'illusione di non fare un'operazione di trasformismo, ma di andare in un partito nuovo, con un finto simbolo nuovo». Nel Pdl si lavora perciò ad arginare l'attacco e reggere almeno fino a Natale, scongiurando il «governo del ribaltone».