Nicolas Sarkozy ridacchia dell'Italia e il Pd non trova niente di meglio da fare che utilizzarlo per lanciare la propria manifestazione del 5 novembre in piazza San Giovanni.
Ilvideo è disponibile sul sito creato ad hoc per l'evento. Si parte subito con il presidente francese e il cancelliere tedesco Angela Merkel che si scambiano risolini complici nella ormai fin troppo famosa conferenza stampa del 23 ottobre. Poi lo schermo si fa buio e compare la scritta «L'Italia è un grande Paese. Gli italiani meritano rispetto e un futuro migliore». Firmato Pier Luigi Bersani. In sottofondo l'immancabile Vasco Rossi che, mentre scorrono le immagine della manifestazione del Pd del dicembre 2010 (sempre piazza San Giovanni), canta «siamo liberi, liberi, liberi di sognare. Siamo liberi, liberi di ricominciare». La strofa è tratta dal suo singolo «I soliti». E non poteva esserci canzone migliore. Perché ancora una volta i Democratici si qualificano per ciò che sono: i soliti. Quelli che dicono tutto e il contrario di tutto. Quelli che sono europeisti ma solo fino a quando da Bruxelles non arrivano applausi per il piano di riforme messo a punto dal Cavaliere. Quelli che se Barack Obama non ringrazia l'Italia parlando della Libia, si scatenano subito sottolineando il «drammatico isolamento internazionale» del nostro Paese (Luigi Zanda), ma se, come ieri, la cita come «uno dei nostri maggiori alleati», restano significativamente in silenzio. Il punto è tutto qui. L'atteggiamento di Sarkò è «arrogante» e «inaccettabile» (Massimo D'Alema), ma se serve per attaccare e mettere alla berlina Silvio Berlusconi può tranquillamente essere utilizzato per uno spot. Magari nascondendosi dietro la finissima distinzione tra il premier e gli italiani che, al contrario del Cav, «meritano rispetto». Ora sarebbe fin troppo facile ricordare che gli italiani, almeno la maggioranza di essi, hanno preferito il governo in carica, all'opposizione guidata dal Pd, ma qui si è davanti ad un antico vizio della sinistra italiana. Che da decenni si sente diversa, e quindi migliore, dei propri avversari e dei suoi elettori. Così continua a replicare sempre lo stesso film trasformando in proprie bandiere chi, di volta in volta, si schiera dalla «parte giusta». Forse, fedeli a ciò che canta Vasco, i Democratici si sentono perennemente «liberi, liberi di sbagliare». E probabilmente non ha tutti i torti Matteo Renzi quando confessa il timore che «di fronte al fallimento del governo, il centrosinistra replichi solo con slogan». Certo, vista la situazione del Pd, c'è un'altra strofa de «I soliti» che sembra più adatta: «Siamo vivi quasi per miracolo».