Regioni pronte a cancellare i vitalizi
Addio ai vitalizi. Gli assegni agli ex consiglieri regionali potrebbero scomparire dalla prossima legislatura. Lo assicura la conferenza dei presidenti delle Regioni che ha stabilito, insieme con la conferenza delle assemblee legislative regionali, di avviare un percorso condiviso. Per il leader della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, si tratta di «un passaggio fondamentale nel processo di autoriforma dell'istituzione regionale che stiamo portando avanti». Soddisfatto anche il numero uno della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Davide Boni, che ha sottolineato come il provvedimento sia orientato «all'interesse dei cittadini». È «la prima e forte iniziativa - ha aggiunto Errani - Nelle prossime settimane si svilupperanno altre decisioni della Conferenza tese a corrispondere ad un equilibrio giusto e corretto» dei costi delle istituzioni e della democrazia «anche in relazione al momento difficile che sta attraversando il Paese». La commissione dovrà definire la riforma istituzionale in modo coerente «e non a spizzichi e bocconi», ha chiarito Errani, dovrà fare una ricognizione dei costi, costituire una governance integrata per superare la burocrazia e dare efficienza alla pubblica amministrazione. Contenta anche la presidente della Regione Lazio: «È una risposta concreta ai problemi su cui ci siamo confrontati in questi mesi. C'è un obiettivo chiaro - ha ribadito Renata Polverini - l'abolizione dei vitalizi e l'impegno da parte di tutti i presidenti di Giunta e di Consiglio a varare un provvedimento nelle rispettive assemblee entro sei mesi». Una vera sfida per il Lazio, dove ci sono più poltrone che consiglieri. Soltanto le commissioni sono più del doppio che nelle altre Regioni, in tutto venti. E costano. Il presidente di Commissione guadagna 1.500 euro di indennità al mese (si aggiungono agli oltre 8 mila netti di stipendio base) e ha a disposizione l'auto blu nei giorni di convocazione della commissione, i due vice arrivano a 700 euro ciascuno. Il capitolo vitalizi è ancora più «amaro». Nel Lazio, infatti, si può avere l'assegno già a 50 anni, basta rinunciare a una piccola percentuale. L'ex consigliere porta a casa 3 mila euro netti al mese con una legislatura alle spalle, 5 mila con due e più di 6 mila con tre mandati. A 55 anni si ha diritto alla somma intera. Ci hanno provato almeno in tre legislature a cambiare il regolamento del Consiglio. Sarà la volta buona? «Credo che sia l'inizio di un percorso importante che va verso il taglio dei costi della politica», ha commentato il presidente della Regione Valle D'Aosta, Augusto Rollandin. «Continueremo su questa strada di tagli ai costi della politica ma non certo alla democrazia», ha assicurato il presidente della Campania, Stefano Caldoro. «La posizione assunta dalla Conferenza delle Regioni è perfettamente in linea con gli indirizzi della nostra Regione», ha spiegato il presidente delle Marche, Gianmario Spacca mentre quello del Veneto, Luca Zaia, vede «come un raggio di sole questa scelta che come Regioni abbiamo fatto». Il presidente del Piemonte, Roberto Cota, ha ricordato che non oggi, ma nel primo mese del proprio mandato, ha imposto a sè e a tutta la Giunta il taglio dello stipendio. Altri Consigli regionali, come quello della Calabria, hanno annunciato di avere «tra i primi» già abrogato i vitalizi così come è stato fatto anche in Emilia Romagna e in Trentino Alto Adige. Chissà che la Camera e il Senato non seguano l'esempio.