Le richieste del banchiere: al vertice dell'Ue o ministro
Roberto D'Agostino sul suo sito «Dagospia» l'ha già ribattezzata la «farsa Bini smamma». Il Cavaliere lo spinge, la Francia si irrita. Ma Lorenzo Bini Smaghi non molla la poltrona che occupa nel comitato esecutivo della Bce. Chissà se riuscirà a convincerlo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ieri pomeriggio ha ricevuto il banchiere fiorentino al Quirinale. La visita è arrivata al termine dell'ennesima giornata di pressing sul banchiere partito in prima mattinata da Berlusconi che durante un collegamento telefonico con la trasmissione Mattino Cinque è tornato a chiedere un passo indietro: «Il problema è che qualcuno possa pensare di comportarsi contro gli interessi del proprio paese, in questo modo causando uno spiacevole incidente con un paese amico. Confido nel suo senso dello Stato», ha detto il premier ricordando come alla base della scelta dell'italiano Mario Draghi al vertice della Bce, il nostro Paese abbia assunto con la Francia l'impegno di liberare il posto occupato da Bini Smaghi nel board della Banca Centrale. «Vuole la logica che sia così, per questo confido nel senso dello Stato e del dovere di responsabilità che certo non mancano al dottor Bini Smaghi perché questa situazione spiacevole che si è creata e della quale il governo non ha alcuna responsabilità, si sblocchi al più presto». Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista rilasciata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: «Spero che Bini Smaghi si dimostri responsabile e lo faccia volontariamente. Lui del resto lo è e l'uscita di Sarkozy non è stata giusta. La Bce non può accettare nessun ordine dalla politica neanche da Sarkozy, che la vede stretta in un angolo». La permanenza di Lorenzo Bini Smaghi nel board della Bce è «un caso di coscienza individuale», ha poi aggiunto il ministro parlando a margine degli Stati generali del commercio con l'estero a Roma. E da sinistra è arrivata anche la voce del leader del Pd, Pierluigi Bersani, anche lui convinto che Bini Smaghi si debba dimettere dal board della Bce anche se «tutta la vicenda ha dell'incredibile», ha detto a Radio Anch'io. Intanto i francesi sono sempre più irritati. Parigi «spera» che l'accordo tra Berlusconi e Sarkozy, sul caso Bini Smaghi venga «rispettato» e si giunga a una soluzione «entro la fine della settimana» o comunque, «al più presto possibile», dicono fonti diplomatiche francesi che considerano quello concluso tra i due primi ministri un gentlemen's agreement. Nessuna crisi diplomatica fra i due Paesi, ma il clima resta teso. All'assedio si sono aggiunte anche le indiscrezioni della stampa. In un articolo apparso ieri sul quotidiano Le Monde, che cita fonti di Parigi, ci sarebbero degli impegni assunti da Bini Smaghi, il 24 giugno, con il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, e Sarkozy, in base ai quali il banchiere lascerà il board della Bce entro la fine dell'anno. Le Monde parla anche dell'appello alle dimissioni lanciato da Berlusconi. «Non serve a niente andare in tv per dire di dimettersi, bisogna trovargli un posto». Il retroscena più interessante lo rivela comunque l'agenzia Ansa: qualche giorno fa Bini Smaghi avrebbe proposto a Berlusconi uno scambio: la poltrona nel board della Bce in cambio di quella del vicepresidente della Commissione europea. Proposta che non sarebbe stata accolta dal premier. L'obiettivo del banchiere sarebbe stato il posto attualmente occupato da Antonio Tajani, vicepresidente del'esecutivo comunitario responsabile per l'industria e l'imprenditorialità. Bini Smaghi avrebbe anche suggerito una soluzione per il ricollocamento di quello che è sempre stato uno dei più stretti collaboratori di Berlusconi in Europa: riportarlo in Italia e farlo ministro. Un progetto che, tra l'altro, avrebbe potuto costare il posto a qualche ministro già in carica, con imprevedibili conseguenze politiche. Davanti al no del Cav, l'idea sarebbe quindi morta sul nascere. Dopo tante ipotesi messe sul tavolo (la guida della Banca d'Italia o di un'Authority, e anche una poltrona alla Commissione europea) resta quindi ancora da sciogliere il nodo della doppia presenza italiana nel Consiglio della Bce. Il tempo stringe: martedì primo novembre Mario Draghi lascerà la Banca d'Italia per insediarsi ufficialmente a Francoforte, alla presidenza Bce, al posto del francese Jean-Claude Trichet. Non sono trapelate indiscrezioni sul colloquio che il membro del board della Bce ha avuto con il capo dello Stato. Ma qualcuno scommette che al Quirinale ieri sia arrivata una telefonata da Bruxelles con un accorato appello: «Presidente, a schiodare Bini Smaghi ci pensi lei».