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La Rauti «perdona» Sarkozy ma preferisce la Merkel

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Questoe molto altro è uscito dall'intervista tra il serio e il faceto di Isabella Rauti, consigliere regionale del Lazio, ospite della trasmissione radiofonica «Un giorno da Pecora» in onda su Rai Radio2 e condotta da Giorgio Lauro e Claudio Sabelli Fioretti. Un'ora di domande incalzanti sul marito, sulla politica nazionale e internazionale a cui la Rauti ha risposto senza sottrarsi. «Sarkozy e la Merkel hanno poco da sorridere visto che fanno parte anche loro dell'Europa e la crisi investe tutti - ha risposto quando le è stato chiesto un giudizio sulle risate dei due premier su Berlusconi - Quel sorrisetto è stato fuori posto e fuori luogo poi so che con la Merkel tutto è rientrato mentre con il presidente francese ancora non c'è stato un riavvicinamento». «La lettera di intenti mandata all'Europa è frutto delle risposte a domande che ci sono state fatte e che impegnerà l'Italia a prendere provvedimenti nei prossimi 6/8 mesi. Impegni che nascono da un lavoro di concerto con tutti i ministeri che hanno dato una serie di indicazioni e mi sembra che sia stata apprezzata». Ma c'è anche spazio per tornare su polemiche passate come la critica che le è stata rivolta dal responsabile del Pdl della Lombardia che, rispondendo ad Alemanno quando disse «basta con le Minetti», ricordò che lei era stata eletta in un listino bloccato: «Io ho una storia politica alle spalle, sono iscritta da quando avevo 14 anni e a 9 anni accompagnavo mia sorella nella sezione del Movimento Sociale. In più nei giorni seguenti quelle parole ho ricevuto attestati di stima sia da destra che da sinistra. Comunque voglio ribadire che non vogliamo più listini bloccati o candidati calati dall'alto, ma persone che arrivano dalla volontà del popolo del nostro partito. Stiamo anche studiando una riforma elettorale con un tavolo tecnico portato avanti da Alfano». Fin qui la parte seria. Poi svela che «Se dovessi scegliere tra Berlusconi e Sarkozy per andare a cena fuori sceglierei Sarkozy perché è affascinate ed è francese, un bell'uomo». Per poi, comunque, aggiungere: «Se si parla di cultura e spessore preferisco Berlusconi». Al marito sindaco, Gianni Alemanno, come voto «darei un 8, non 10 perché deve ancora finire la legislatura».

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