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"Il Cav deve lasciare". Ma è tutta una bufala

Carlo Vizzini

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«Caro Presidente Berlusconi, (...) il senso di disciplina e responsabilità che abbiamo finora dimostrato, sostenendo le iniziative del Governo anche quando i provvedimenti non erano in sintonia con i nostri principi e i nostri programmi, non potrà da oggi essere più garantita in assenza di una forte discontinuità politica e di Governo». Il messaggio è chiaro, il mittente no. O meglio coloro che erano stati designati come possibili mittenti hanno prontamente negato di esserlo. E così, dietro questa delicata lettera si apre il giallo: chi l'ha veramente scritta? Sono le 17.30 di ieri pomeriggio. L'Ansa pubblica una notizia con il seguente titolo «Scontenti del Pdl a Berlusconi: ora passo indietro, serve maggioranza allargata dopo lettera all'Ue». Un avvertimento che, come riporta la notizia, «ancora non si sa quante firme avrà in calce» anche se sembrerebbe essere il frutto di una lunga discussione «nella riunione di ieri (martedì, ndr) di una quindicina di senatori con Beppe Pisanu, ma anche nelle riunioni degli scajoliani e tra diversi altri esponenti del Pdl». Eppure tutto è stato prontamente smentito. Nessuno dei protagonisti di quella riunione avrebbe avuto l'incarico di scrivere alcunché né, tantomeno, di suggerire al Cav di prendere in seria considerazione l'ipotesi di farsi da parte. E così, a valanga, si susseguono le smentite. Il primo è l'ex ministro dell'Interno, Beppe Pisanu che, risentito, commenta: «Non ho ideato, né dettato, né tanto meno sottoscritto la lettera di cui si parla». Immediatamente dopo, contattato da Il Tempo tocca all'ex ministro Claudio Scajola: «Non so nulla di questa fantomatica lettera. Le critiche che muovo da tempo al governo sono arcinote». E alla domanda se avesse avuto modo di confrontarsi di recente con Pisanu ha replicato: «Non lo sento da 10 giorni». Smentite che arrivano da un altro scajolano doc come Michele Scandroglio: «Una lettera? Mai saputo nulla. L'unica missiva che ho sottoscritto in questi giorni indirizzata al premier è una per chiedergli aiuto per le popolazioni liguri colpite dai nubifragi». E intanto le agenzie continuano ad aggiungere particolari contribuendo a determinare i possibili sottoscrittori della missiva. Nuovi dettagli arrivano dall'Agi alle 18.56. La riunione, raccontano, si sarebbe tenuta in un «ristorante romano» dove, «attorno al tavolo, si sono ritrovati una decina di parlamentari. Tra i "malpancisti" ci sono Saro, Pisanu, Amato, Santini, Lauro, Del Pennino e a sponsorizzare l'iniziativa politica sarebbero, secondo fonti parlamentari del partito, anche Dini e Urbani». Finalmente arrivano dei primi nomi. E con questi anche altre smentite come quella del presidente della Commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini: «In riferimento alla notizia pubblicata da un'agenzia di stampa, tengo a precisare che non sono al corrente di alcuna lettera che dei senatori avrebbero inviato al presidente Berlusconi». Ma a finire nel vortice delle notizie rigorosamente smentite è caduta anche l'Apcom. Sono le 19.13 e un dispaccio d'agenzia riporta: «Di certo hanno sostenuto l'iniziativa Beppe Pisanu (che aveva smentito mezz'ora prima, ndr), ormai da tempo in strettissimo rapporto con Casini e Fini, e Giuseppe Saro, che sarebbe l'estensore del documento». E così non resta che contattare telefonicamente l'ipotetico mittente della lettera. «Senatore Ferruccio Saro allora è lei il primo firmatario della missiva?» E, mentre dall'altro cavo del telefono si sente una risata, il parlamentare replica: «Non c'è alcuna lettera. Non nego di essere uno di quelli che ritiene che serva una nuova fase e che il presidente del Consiglio debba farsi promotore della transizione, ma di questa lettera non so nulla. Non avrei alcun problema a dirle il contrario se fosse vero». Ma l'Apcom persevera e alle 21.00 scivola nuovamente tornando a identificare Saro come responsabile della lettera: «A parte l'estensore della missiva (Saro, ndr) e pochi altri (Del Pennino), quasi tutti i senatori (da Pisanu a Lauro, da Spadoni Urbani a Dini e Orsi, Paolo Amato e Santini) si affrettano a smentire, su carta intestata dell'ufficio stampa del gruppo del Pdl del Senato. Fra loro ci sono uomini vicini a Scajola. Che, riferiscono, prima sostengono l'iniziativa e poi si tirano indietro». Così ora si invoca il tradimento per spiegare quella che ormai, sotto gli occhi di tutti appare sempre più come una vera e propria bufala. Ma di questo strano caso il Pdl non sembra minimamente preoccupato. Per il ministro Brunetta «una lettera anonima e senza data, non è fatto politico». Il segretario Alfano è ancora più categorico: «Non ho ricevuto nessuna lettera di Scajola o di altri». Fino ad arrivare alla vicepresidente dei deputati del Pdl, Jole Santelli che vede dietro questo maldestro tentativo di mettere in difficoltà il premier una patacca: «Il problema è che tutti smentiscono la loro partecipazione e disconoscono la loro firma. Si chiama controinformazione? Si chiama patacca confezionata ad hoc per i giornali di domani». E allora, dopo aver raccontato la storia di una "bufala", è meglio chiudere con un notizia che il diretto interessato, a modo suo, conferma. «Senatore Carlo Vizzini è vero che è in procinto di lasciare il Pdl?». E lui, lapidario, replica: «non ancora».

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