Sui licenziamenti facili esplode la polemica
Pier Luigi Bersani ha bocciato senza appello la lettera di intenti presentata dal presidente del Consiglio al vertice europeo. "A parte le minacce inaccettabili di entrare a pie' pari sul mercato del lavoro - ha detto il segretario del Pd, conversando con i giornalisti alla Camera - tutto il resto è merce usata venduta come nuovo in modo anche sconcertante". "Per carità di patria - ha aggiunto - non farò l'elenco punto per punto anche delle vere e proprie prese in giro contenute in quella lettera. Dico: Berlusconi venga in Parlamento, spieghi e rispetti quel calendario. Ci faccia vedere cosa c'è di vero e cosa c'è di nuovo e come possa essere rispettata la tabella di marcia". Quanto alla reazione positiva dei colleghi europei, "credo - ha commentato Bersani - che l'Europa giustamente non abbia altro interesse che rendere credibili le misure italiane: siamo troppo grossi per poter essere salvati. Ma temo che a un esame attento della Commissione Ue possa emergere che non ci siamo. Questa è la mia preoccupazione". LANDINI: MOBILITAZIONE "Credo che la lettera presentata dal governo all'Ue non vada bene. Penso sia una follia, che vada respinta questa cosa e che di fronte a ricette di quella natura ci voglia una mobilitazione generale del paese. Credo anche che le forze di opposizione debbano uscire dal guscio", ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, a margine della manifestazione dei lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente. In piazza, al fianco degli operai del cantiere, sono scesi anche i cittadini e i commercianti del quartiere, che hanno chiuso le proprie attività in segno di solidarietà con i lavoratori Fincantieri. Per la stessa ragione, sono scesi in piazza anche un centinaio di dipendenti di Elsag e Selex. "Non è accettabile - ha aggiunto Landini - la logica che se c'è crisi si licenzia. E' una logica folle. Non è questa la strada su cui agire. Una cosa di quel genere rischia di aprire ai licenziamenti di massa nel nostro Bisogna agire sulle ragioni che hanno prodotto questa crisi, tassando le rendite finanziarie, i patrimoni, combattere l'evasione ficale. Il problema non è licenziare ma creare nuovi posti di lavoro ed essere in grado di affrontare in modo diverso la situazione. SACCONI: L'OBIETTIVO È ASSUMERE L'obiettivo del governo è spingere le aziende a assumere, non a licenziare, sottolinea il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi in una nota sottolineando che "licenziamenti facili è un titolo che serve solo a spaventare una società già insicura ma che non rappresenta le misure suggerite dall'Europa ed accolte dall'Italia". L'obiettivo - spiega - è incoraggiare le imprese a crescere ed assumere a tempo indeterminato. Senza il timore che ove le cose vadano male per l'azienda nel suo insieme, per uno specifico progetto di espansione, per un rapporto di lavoro, si producano grandi difficoltà nel fare il passo indietro". "Apriremo presto un tavolo di confronto con le parti sociali - afferma - che invitiamo ad approfondire il merito senza pregiudizi. Così come l'opposizione ha l'opportunità di dimostrare la propria modernità accettando il confronto su una linea europea. I no non fanno né crescita né occupazione. E tantomeno aiutano la stabilità".