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Pensioni, Bossi: "Quelle di anzianità non si toccano"

Silvio Berlusconi (S) e Umberto Bossi

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La quadra c'è, ma non troppo. Bossi continua a tenere il Pdl con il fiato sospeso: «Sulle pensioni il governo rischia, però alla fine una strada l'abbiamo individuata. Adesso bisogna vedere che dice l'Europa». In altre parole il Senatùr è disposto a trattare sulle pensioni, a patto che non vengano coinvolte quelle di anzianità nella riforma previdenziale: «Non si toccano perché io sono contrario a far pagare dieci volte chi ha già pagato». Parole chiare arrivate al termine di una giornata nella quale a palazzo Grazioli era andato avanti il vertice di maggioranza al quale, in rappresentanza della Lega, hanno partecipato i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e i capigruppo di Camera e Senato Marco Reguzzoni e Federico Bricolo. Una volta che il Cavaliere ha presentato la sua proposta di apertura al Carroccio per uscire dall'impasse, i vertici della Lega si sono riuniti a Montecitorio con Bossi per valutare quanto proposto dal Cavaliere al termine del quale Maroni ha incontrato in Transatlantico prima il segretario del Pd Pierluigi Bersani, poi il vicesegretario Enrico Letta. Ed è proprio dal ministro dell'Interno e dal suo gruppo di fedelissimi che l'idea di arrivare quanto prima alle elezioni prende sempre più piede. Il ragionamento, spiegano i maroniani, è questo: nell'ultimo anno e mezzo é stato eroso il consenso raccolto dalla Lega in 10 anni. Quindi la soluzione tatticamente più utile al Carroccio sarebbe quella di far cadere l'esecutivo sulle pensioni, avere un governo tecnico di cui la Lega non faccia parte e che tiri fuori l'Italia dalle secche pensando a provvedimenti per la crescita e a fare una riforma elettorale. In questo modo, ragionano i maroniani, il Carroccio avrebbe tutto il tempo di riorganizzare il proprio partito e di recuperare il consenso perduto. Tutto questo senza toccare la leadership del Capo, cioè Bossi, ma moderando l'influenza che ha su di lui il cosiddetto «cerchio magico». Eppure è lo stesso Senatùr a respingere l'ipotesi di dar vita a un esecutivo tecnico: «Noi non facciamo governi tecnici», riferendosi in particolare alla voce di un possibile esecutivo di Gianni Letta. E ribadendo che se non si trovasse la quadra sulle pensioni, l'unica via è il voto anticipato. Ma questo scenario non viene visto di buon occhio neanche da chi è più vicino a Bossi perché andare al voto con l'attuale legge elettorale costringerebbe la Lega ad allearsi di nuovo con il Pdl e la base non vuole più vincolarsi a Berlusconi.

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