La Germania vuole bloccare gli acquisti di Btp
Achiederlo è una mozione parlamentare tedesca che, pur non essendo vincolante, dà un indirizzo al cancelliere Angela Merkel oggi a Bruxelles. La Germania non è mai stata a favore dell'intervento della Bce. I malumori per la strada imboccata da Jean-Claude Trichet, che a maggioranza (anzichè all'unanimità) ha portato la banca centrale a misure d'emergenza come l'acquisto dei bond governativi nel maggio 2010, hanno lo scorso anno portato alle dimissioni del presidente della Bundesbank Axel Weber; e quest'anno causato l'addio del consigliere esecutivo tedesco nella Bce Juergen Stark. Mentre da varie capitali europee e non solo si fa appello affinché la Bce faccia come la Fed americana o la Bank of England, fungendo da prestatore di ultima istanza e cioè stampando denaro fresco per affrontare la crisi, a Berlino il tema è scottante. E divide. Al negoziato di oggi il presidente francese Sarkozy aveva intenzione di portare l'uovo di colombo: per rafforzare il fondo di salvataggio «Efsf», insufficiente ad affrontare il contagio in atto dalla periferia d'Europa verso economie più grandi, perché non farne una banca, che può attingere ai prestiti della Bce? Proposta bocciata, visto che la Germania ha in mente un sistema ben diverso: la Merkel l'ha messo in chiaro nei giorni scorsi e nella mozione parlamentare a firma dei maggiori partiti del Bundestag si sollecita il governo tedesco a concretizzare la direttiva del divieto dei crediti dalla Bce agli Stati per preservare l'indipendenza della Bce: una pietra tombale sulla possibilità che la Bce possa comprare titoli sul mercato primario, cioè direttamente nelle aste dei tesori nazionali. Ma a rischio ci sono anche gli acquisti dei titoli sul mercato secondario che da agosto sostengono i Btp italiani e i Bonos spagnoli. Per il parlamento tedesco «con l'entrata in vigore del fondo Efsf viene meno la necessità di portare avanti» l'attuale programma Smp svolto dalla Bce.