Il Pdl si spacca sulle preferenze
Il Pdl si spacca sulla legge elettorale. Dopo l'apertura del premier Silvio Berlusconi al ritorno delle preferenze, parte il confronto. Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto è esplicito: «Un conto è avvicinare gli eletti agli elettori con un sistema di collegi più o meno grandi, un altro è pensare alle preferenze». Infatti, insiste, «la preferenza rende l'eletto debitore di chi ha scritto il suo nome, e nemico di chi magari ha scritto quello di un suo collega di partito, obbliga il candidato ad una spesa di gran lunga maggiore rispetto agli altri sistemi elettorali e sicuramente incompatibile con lo stipendio parlamentare. Motivo per cui l'accesso viene limitato ai ricchi, alle persone conosciute grazie ai mass media e ai banditi». Il ritorno alle preferenze non piace nemmeno al presidente del Senato Renato Schifani: «Sono convinto che occorre tornare ad un sistema elettorale che consenta ai cittadini di meglio individuare i propri candidati, ma da qui a tornare alla Prima Repubblica delle preferenze, il passo mi sembra eccessivo». Non è d'accordo il ministro dell'Agricoltura Saverio Romano: «Sono contento che il premier abbia deciso finalmente di parlare di preferenze, un tema sul quale io ho fatto diverse proposte». Netto il governatore della Lombardia Roberto Formigoni: «L'unico modo perché i cittadini possano scegliere veramente tra una rosa di candidati è il voto di preferenza. In ogni altro sistema, anche con il collegio uninominale più piccolo che si possa immaginare, è sempre il partito a scegliere e mai l'elettore». Taglia corto il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Chi ha firmato per i referendum vuole scegliere deputati e senatori e credo che in questa fase storica non si possa dire di no». Carmelo Briguglio (Fli) attacca Schifani: «Persino il presidente del Senato ha messo i piedi nel piatto dello scontro dentro il Pdl tra "preferenzialisti" e non. Le preferenze per Schifani sono da Prima Repubblica: quindi secondo il supplente del presidente della Repubblica sono da prima Repubblica tutti i parlamentari europei, tutti i consiglieri regionali, comunali e circoscrizionali. Suvvia Presidente, un briciolo di riflessione prima di parlare sarebbe utile e necessario». Francesco Casoli (Pdl) rimanda le critiche al mittente: «La grettezza dell'onorevole Briguglio lo porta a ritenere che le opinioni politiche derivino necessariamente da un interesse personale. In realtà ci sono persone che, pur non avendo nulla da temere da nessun sistema elettorale e pur non avendo alcun problema a confrontarsi con il consenso, sono contrarie alle preferenze perché ritengono che una loro reintroduzione sarebbe contraria al bene comune e al bene delle Istituzioni». Non sarà facile trovare la quadra.