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«Il governo decida sulle riforme»

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Pressioni su Berlusconi «È il momento di definire i provvedimenti annunciati»

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Perchédia una risposta veloce all'Europa e perché dia una scossa all'economia del Paese. Ieri, mentre dal Quirinale ha seguito passo dopo passo l'evoluzione della crisi tra Berlusconi e Bossi per varare la misure chieste dalla Ue, ha voluto ripetere sia i suoi richiami all'esecutivo sia la sua irritazione per le risatine nei confronti dell'Italia da parte del presidente francese Nicholas Sarkozy. «Inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche, a margine di incontri istituzionali tra i capi di governo, di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia non possono farci perdere di vista la sostanza delle questioni e delle sfide che abbiamo davanti», scrive il presidente della Repubblica. «Parlando domani al Collegio d'Europa di Bruges (Napolitano è partito ieri sera per Bruxelles) – prosegue – ribadirò il profondo, convinto attaccamento dell'Italia alla storica conquista dell'Euro e alla causa dell'unità europea. Questo, e nessun altro, è il punto di riferimento e di forza anche per il nostro Paese di fronte alla crisi che oggi colpisce finanziariamente e minaccia economicamente l'intero continente». Ma l'attenzione di Napolitano è soprattutto sulle risposte che dobbiamo dare all'Europa. L'unico modo, ripete, per rafforzare la nostra credibilità. «Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun Paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l'indispensabile solidarietà. Per l'Italia è il momento di definire – in materia di sviluppo e di riforme strutturali – le "nuove decisioni di grande importanza" annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio». «Gli sforzi già avviati e gli elementi positivi della nostra situazione sono stati certamente già illustrati a Bruxelles – continua la nota del Colle – Ma dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica. Nessuno minaccia l'indipendenza del nostro paese o è in grado di avanzare pretese da commissario. Ma da 60 anni abbiamo scelto - secondo l'articolo 11 della Costituzione e traendone grandissimi benefici - di accettare limitazioni alla nostra sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati: e lo abbiamo fatto per costruire un'Europa unita, delegando le istituzioni della Comunità e quindi dell'Unione a parlare a nome dei governi e dei popoli europei». Un discorso che l'opposizione ha interpretato a senso unico, chiedendo a Napolitano di portare subito l'Italia al voto. Antonio Di Pietro gli ha chiesto di certificare «con un messaggio alle Camere l'incapacità del governo ad andare avanti» per dare «inizio ad una consultazione per verificare la possibilità di un governo istituzionale che rifaccia la legge elettorale». Oppure «sciolga le Camere e si vada ad elezioni anticipate».

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