C'è un italiano di troppo in Bce
C’è un italiano che in queste ore dovrebbe dare una mano al suo Paese e all’Europa. Si chiama Lorenzo Bini Smaghi e occupa un posto nel comitato esecutivo della Banca centrale europea. Con l’ascesa di Mario Draghi alla presidenza della Bce l’Italia avrebbe due nomi nella stanza dei bottoni di Eurotower. Si tratta di una situazione anomala che va risolta. La nomina di Draghi è frutto di un accordo politico tra i grandi Paesi europei, non un evento dettato dal caso. La Francia e la Germania hanno detto sì a un italiano - e vi lascio immaginare quali pregiudizi siano stati messi da parte di fronte al nome e alle qualità di Draghi - con l’assicurazione da parte del nostro governo e del Presidente del consiglio che Bini Smaghi avrebbe lasciato diligentemente il suo incarico alla Bce per essere destinato ad altro. In questa situazione, c’è un italiano di troppo a Francoforte. Bini Smaghi è un fiorentino colto, dovrebbe aver letto «Il Principe» di Machiavelli e sapere che in certe situazioni le legittime aspirazioni personali devono cedere il passo alla ragion di Stato. Le comunità civili si regolano in base a questi principi e un «civil servant» come Bini Smaghi non lo ignora affatto. Sul suo nome si sta giocando una partita ben più grande del destino di una persona. La sua permanenza nell’esecutivo Bce è fonte di grande imbarazzo diplomatico per l’Italia. S arkozy rinfaccia a Berlusconi di non aver ancora onorato quell’impegno. Non è né un capriccio del Cavaliere né una richiesta abnorme di Sarkozy. È una regola non scritta - come ha ricordato il Financial Times Deutschland - che fa parte del bon ton diplomatico e influisce sulla credibilità di un’istituzione come la Bce. Bini Smaghi «deve dimostrarsi un uomo di statura» scrive il giornale economico tedesco. Non ho particolare simpatia per quelli che da Berlino pensano di impartire lezioni all’Italia. Tantomeno penso che Sarkozy abbia il diritto di irridere il nostro Paese con risatine e siparietti che non hanno niente a che fare con le relazioni internazionali. Ma non ci sono dubbi che queste richieste siano legittime. Bini Smaghi non è stato eletto, è un servitore dello Stato italiano. Lo serva bene: se ne vada.