Alfano: basta con l'Udc, fa un'opa ostile sul Pdl
Forse se lo sentiva. Forse l'aveva capito. Fatto sta che Angelino Alfano aveva avvertito i parlamentari campani del Pdl riuniti riservatamente venerdì sera: «C'è un'opa ostile dell'Udc nei nostri confronti». E aveva di fatto chiuso le porte a Casini dichiarando così concluso (almeno per il momento) il corteggiamento iniziato già dal suo discorso di insediamento nella carica di segretario del Pdl, nel luglio scorso. Stavolta l'aria è cambiata. Alfano era tornato a spiegare: «Non si può cominciare un dialogo ponendo una condizione che a cui noi non potremo mai rinunciare, ovvero fare fuori Berlusconi». A questo punto, spiegava il leader del partito del premier, occorre resistere. E andare alla conquista dell'elettorato centrista: «Siamo noi che rappresentiamo davvero gli elettori moderati - insisteva Angelino con i parlamentari campani -. Noi abbiamo il 27%, loro sono sotto il 10. Siamo noi che possiamo sostenere le istanze moderate, non loro». Insomma, è il cambio di linea. Non più rose rosse sotto la finestra di Casini. Al contrario, porte chiuse e assalto diretto al suo elettorato. Nel Pdl ci si preparava già venerdì. Perché al sabato, ieri, puntuale è arrivato l'attacco concentrico di Fini e Casini. Il leader dell'Udc lancia un appello dalla convention del Terzo polo a Lecce: «Se pensate di salvarvi con i numeri e le alchimie, andrete a fondo». E torna a chiedere l'uscita di scena di Berlusconi: «È ora di finirla di avere i superuomini, quelli che pensano che il mondo finisce quando finiscono loro. I cimiteri sono pieni di gente che si riteneva indispensabile». Quindi aggiunge: «Io e Fini collaborammo con lealtà con Berlusconi. Da noi però si pretendeva servilismo». Il leader centrista esorta chi nel Pdl si è reso conto «che l'illusione rischia di portare a fondo anche loro». Casini si rivolge soprattutto a chi nel Pdl è tentato dall'abbandonare il presidente del Consiglio: «Aprite gli occhi, decidete a schiena dritta», dice l'ex presidente della Camera se «non volete diventare capri espiatori del fallimento berlusconiano» in una fase in cui «anche le migliori aspettative suscitate dall'elezione di Alfano alla segreteria» stanno venendo meno. «Se pensate di salvarvi con le alchimie - afferma Casini- vi ritroverete sulla nave di un'illusione che va a fondo». L'ex presidente della Camera, però, non risparmia stoccate anche nei riguardi del Partito democratico: «Siamo stanchi di sentire alcuni amici del Pd dire che noi dobbiamo decidere. Amici del Pd - esclama Casini - noi abbiamo già deciso: siamo per un centrodestra moderno e con l'illusione del berlusconismo abbiamo finito quando si è capito che la rivoluzione liberale non si sarebbe mai vista». Gli replica stizzito Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl: «Può piacere o non piacere ma con questa sinistra, massimalista e giustizialista, il bipolarismo anche se non esistesse bisognerebbe inventarlo. Pierferdinando Casini deve fare i conti con questo dato e non può non farlo vista la natura moderata del suo elettorato assai simile a quella del Pdl». Gianfranco Fini rincara la dose: «Il Terzo Polo è aperto al contributo di tutti quei parlamentari del Pdl che devono aprire gli occhi: ora o mai più. Con quattro o cinque voti non si governa, si vivacchia. Questa è l'ultima chiamata». E avverte: «Il Terzo Polo non ha alcun tipo di alleanza precostituita. Abbiamo un'enorme difficoltà a ragionare con una certa sinistra lontana da noi, ma non è affatto scontato che l'altro grande polo sia l'interlocutore». Infine sentenzia: «Sono contento che oggi ci sia una piazza perché avevo una certa nostalgia del comizio». Laconico un ex finiano come Mario Landolfi: «Nostalgia del comizio?Da quando è presidente della Camera è l'unica cosa che non ha mai smesso di fare».