Il Cav: cambio pensioni, ma la Lega non ci sta

Oggi sarà il giorno nel quale il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, potrà convocare un Consiglio dei ministri per adottare le misure per l'economia che lui avrebbe voluto prendere da tempo ma che, "per colpa di altri", era stato impossibile varare. Lo ha annunciato lo stesso premier al termine del Vertice Ue a Bruxelles, quando ha anche spiegato che l'ironia usata ieri in conferenza stampa dal presidente francese Nicolas Sarkozy nei confronti suoi e dell'Italia era stata in realtà causata dal comportamento di Lorenzo Bini Smaghi, che ancora non ha lasciato libero il suo posto alla Bce. La principale riforma alla quale pensa Berlusconi è quella delle pensioni. "Nell'Ue si è parlato di un'uguale età pensionabile per tutti a 67 anni - ha detto. Lo farò presente alla Lega anche perché siamo l'unico paese ad avere anche le pensioni di anzianità. Bossi ha a cuore i pensionati. Ma questo non collide. Gliene parlerò". Altra misura che potrebbe essere esaminata dal Consiglio dei ministri che il premier pensa di convocare oggi stesso è la cessione degli immobili pubblici, "forse potremo ridurre il debito pubblico anche prima del 2013 ponendoli sul mercato". Sa bene il presidente del Consiglio che il tempo stringe, l'Ue vuole le misure sul tavolo entro mercoledì, e sembra intenzionato a rispettare quella scadenza, ma non accetta che l'Italia sia messa tra i paesi a rischio fallimento, come la Grecia. "Non c'è nessun rischio Italia - sostiene -. I nostri fondamentali sono solidi, siamo secondi solo alla Germania", ripete ancora una volta. E ancora una volta accusa il "complotto" dell'opposizione e della stampa di sinistra, "che all'estero leggono e copiano".   LA LEGA E' CONTRARIA La Lega è "contro qualsiasi riforma delle pensioni e contro la patrimoniale". Lo ha detto il presidente dei deputati della Lega, Marco Reguzzoni, intervistato alla telefonata su Canale 5. "La Lega - ha aggiunto - è sempre stata contraria, abbiamo fatto le nostre proposte alternative. Poi di questa questione ne parlerà il Cdm e poi arriverà in Parlamento". "A costi limitati - sottolinea il leghista - si può incidere in maniera positiva sui bilanci pubblici dando incentivi per il part-time alle donne con figli a carico che nella sostanza oggi sono escluse dal mondo del lavoro. Questa misura c'è in tutta Europa e nel nostro paese no". Reguzzoni rifiuta il paragone con gli altri paesi europei dove si va in pensione a 67 anni: "Nel nord Europa c'è una struttura dello stato sociale diversa dalla nostra. Oggi le nostre donne che vanno in pensione qualche anno prima, suppliscono alla carenza della nostra struttura sociale ad esempio facendo le nonne. Tra i vari paesi ci sono differenze e peculiarità che vanno analizzate nel complesso".