Buon compromesso. Vince Ignazio Visco
Sarà Ignazio Visco, 62 anni e attuale vicedirettore generale della Banca d'Italia, a raccogliere il testimone da Mario Draghi come governatore dell'istituto di via Nazionale. Una nomina difficile arrivata dopo un tormentato vertice a Palazzo Chigi, seguito con apprensione dal Quirinale ma anche dal Consiglio Superiore di Bankitalia e culminato con un confronto di circa mezz'ora con il presidente della Repubblica Napolitano. La nomina di Visco mette tutti d'accordo. Ha un profilo internazionale di indiscussa levatura, soddisfa la richiesta di una candidatura di assoluta autonomia e indipendenza rispetto alla politica. Visco è lontano dai giochi del Palazzo, rappresenta quella nomina interna all'istituto di via Nazionale sollecitata dal Quirinale e da Draghi. Non solo. Il nuovo governatore ha un buon rapporto con il ministro dell'Economia che gli ha affidato la gestione tecnica del pacchetto Sviluppo. Visco in sostanza era l'unico che poteva superare il muro alzato da Tremonti agli altri due candidati: il direttore generale Saccomanni e il membro del board della Bce Lorenzo Bini Smaghi. Indicare Saccomanni equivaleva per Berlusconi a rompere con Tremonti e la Lega e prepararsi ad affrontare una guerriglia sul decreto Sviluppo. Indicare Bini Smaghi significava invece aprire le ostilità con il Consiglio Superiore e il Direttorio di via Nazionale, contrari a una soluzione esterna. Stesso discorso per Vittorio Grilli, che avendo come sponsor Tremonti e la Lega, era irrimediabilmente targato politicamente e quindi sgradito a Bankitalia ma anche al Quirinale che fino all'ultimo ha insistito su una nomina senza un cappello politico. Da via Nazionale anche ieri c'è stato un pressing serrato. Mentre si svolgeva il colloquio tra Berlusconi accompagnato da Gianni Letta e Napolitano, un membro del Consiglio Superiore ha ribadito che il candidato sarebbe stato valutato secondo tre criteri: «Indipendenza, autorevolezza e autonomia. Sono i tre elementi che valuteremo. E lo faremo con grande rigore» è stato l'avvertimento lanciato in forma anonima. Un messaggio più che esplicito come l'invito dello stesso Napolitano a Berlusconi, alla vigilia, a ponderare bene il nome. Il «parto» non è stato facile. Berlusconi ha dovuto riunire a Palazzo Chigi metà governo per arrivare a una soluzione concordata ma soprattutto ha dovuto convincere Tremonti e la Lega. Il premier ora dovrà trovare una soluzione per Bini Smaghi fino a due giorni fa indicato come probabile candidato. In ballo c'è l'impegno che Berlusconi ha preso con il presidente francese Sarkozy di lasciare libera la poltrona di Bini Smaghi per un francese. È probabile, sono le voci di ieri, che a Bini Smaghi venga offerta la poltrona di Visco, ovvero la vicedirezione generale. Una soluzione temporanea in attesa che Saccomanni lasci la direzione generale in scadenza la prossima estate. In alternativa ci sarebbe anche una vicepresidenza alla Banca Mondiale o alla Bei. Di sicuro c'è che Bini Smaghi deve traslocare da Francoforte. L'approvazione di Visco passa ora per il Consiglio di Bankitalia che si riunirà con ogni probabilità il 24 ottobre. Ma da via Nazionale i commenti sono già di grande soddisfazione. Non così dalla Lega che fino alla fine ha polemizzato. Lapidario Bossi: «Noi avevamo puntato su un altro, ma Napolitano è stato decisivo. I lavoratori interni di Bankitalia facevano resistenza...». Quanto al fatto che il napoletano Visco è stato preferito al milanese Grilli: «Eh, vedremo. Speriamo sia bravo come dicono».