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Il decreto sviluppo muove i primi passi

Da sinistra il premier Silvio Berlusconi ed il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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La bozza sul decreto sviluppo c'è. Ma nessuno nella maggioranza e nello stesso governo è disposto a giurare che tra le norme che vi sono contenute ce ne sia qualcuna destinata davvero ad arrivare al traguardo dell'approvazione. Perché l'incontro sul ddl fra Paolo Romani e Giulio Tremonti ieri a palazzo Grazioli, davanti a Silvio Berlusconi e Gianni Letta, è finito quasi a piatti in faccia. Alle proposte del suo collega il ministro dell'economia avrebbe infatti opposto un muro insormontabile: così non va – sarebbe stata la sua risposta – se vi viene in mente un'idea migliore avvertitemi. Tremonti, in particolare, avrebbe ancora una volta insistito sulla necessità di un decreto a costo zero, bocciando le proposte degli altri colleghi. E nel pomeriggio proprio il ministro Paolo Romani ha dovuto prendere le distanze dal testo: «Le misure contenute nelle bozze del Dl Sviluppo diffuse oggi non rientrano nella sintesi su cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo economico. La bozza, che è stata oggetto di un primo vaglio con la Presidenza del Consiglio e con il ministero dell'Economia, sarà al centro, nelle prossime ore, di ulteriori riunioni con i dicasteri interessati». Così tutto è stato riaggiornato a un nuovo vertice con Tremonti oggi pomeriggio. Ma anche tra i partiti della maggioranza c'è molta cautela. «Non c'è ancora nulla – taglia corto Silvano Moffa, capogruppo alla Camera di Popolo e Territorio – Dobbiamo ancora incontrarci e lavorare insieme per stendere il testo definitivo. Siamo ancora alle chiacchiere». Alcune proposte hanno però scatenato ieri la replica dei dicasteri interessati. Come ad esempio i mutui agevolati per le giovani coppie precarie. Giorgia Meloni, ministro per la gioventù, ha precisato che «sono già attivi, grazie a un'iniziativa del mio ministero». Altro scontro quello sull'ipotesi dell'eliminazione del vincolo di assunzione per gli atenei che spendono per il personale più del 90% delle risorse statali. Dal ministero di Maria Stella Gelmini è arrivata infatti una secca smentita: «È destituito di ogni fondamento il riferimento alla possibilità per gli atenei in rosso di procedere al reclutamento di docenti associati. Gli sforzi fatti finora dal sistema universitario per ripianare i conti e per affermare una linea di utilizzo rigoroso delle risorse non possono infatti essere vanificati». Più positivo il ministro Anna Maria Bernini: «Mai come ora le iniziative del Governo vanno esattamente nella direzione dei giusti ed autorevoli auspici del Presidente della Repubblica, attraverso un percorso di uscita dalla crisi modulato su due stelle polari: rispetto dei vincoli di bilancio e misure di crescita che garantiscano la coesione sociale». Le novità contenute nella bozza sono comunque molte. Vediamo le più importanti. Stop pagelle da 2013: Tra due anni scompariranno quelle cartacee, arriveranno solo via web insieme ai certificati. Polizza anticalamità per casa: servirà a far fronte alla ricostruzione delle zone colpite da calamità. Il governo pensa ad una «copertura assicurativa obbligatoria del rischio calamità». Certificato on line anche se figli malati: Certificati on-line all'Inps in caso di malattia dei figli. Riscatto case enti: Gli aventi diritto possono esercitare il diritto di riscatto nel termine del 31 marzo 2012. Prof università prima in pensione: L'età per il collocamento a riposo dei professori universitari ordinari viene anticipata dai 70 ai 68 anni. Silenzio-assenso per permesso costruire: È sì se non viene espresso «motivato diniego» sulla domanda di permesso di costruire entro 90 giorni.

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