Pannella: "Capisco chi mi ha insultato"
Tre giorni fa è stato insultato dai manifestanti (quelli «buoni», non i black bloc) e costretto a uscire dal corteo. Due «pacifisti» gli hanno pure sputato. Gli hanno detto di tutto: «Venduto», «Ti devi vergognare», «Sei un vecchio schifoso», «Buffone merdoso». Ma il leader dei Radicali, Marco Pannella, non si deprime e usa uno dei suoi paradossi: «Siamo italiani brava gente. Se io fossi nelle condizioni di disinformazione e non in democrazia di cui loro sono vittime, sarei stato io al posto loro contro me stesso». Poi ha aggiunto: «Il popolo italiano per il momento non è ancora fatto tutto di "italiani brava gente", e per me sono proprio coloro che l'altro giorno mi hanno espresso con franchezza i propri sentimenti e risentimenti per i quali io continuerò a lottare. Perché abbiamo un popolo e un Paese che da 50 anni è sempre meno democratico e oggi è antidemocratico. Non è uno stato di diritto - ha detto ancora Pannella - non sono responsabili coloro che hanno espresso così i loro sentimenti, ma questa sporca, laida partitocrazia che opprime lo Stato italiano e dalla quale occorrerà liberare il Paese». Poco informati lo erano i manifestanti, visto che hanno attaccato il leader dei Radicali per aver votato «con la maggioranza» la mozione di fiducia al governo. «Abbiamo votato ma contro il governo», ha ripetuto più volte Pannella. Ma non c'è stato niente fare. Eppure il leader radicale, che ha 81 anni, guarda avanti ed è pronto all'ennesima battaglia, il no alla legge Reale: «Abbiamo combattuto contro misure di questo genere trent'anni fa e lo faremo ancora adesso con altrettanto vigore». Ci hanno pensato entrambi gli schieramenti a difendere Pannella. «Dobbiamo riflettere tutti - ha detto la vicepresidente del Senato ed esponente radicale Emma Bonino - come in meno di quattro ore si costruisce un capro espiatorio a furia di ripetere menzogne». Rosy Bindi, del Pd, non si «commuove» ma spezza ogni possibile collegamento tra la reazione dei manifestanti e i giudizi che lei ha rivolto pochi giorni fa ai radicali («Stronzi» li apostrofò): «Pensare che le mie parole abbiano influenzato i manifestanti mi sembra paradossale anche perché io non sono certo una guru del movimento». Mentre il deputato democratico Roberto Giachetti non nasconde la sua amarezza e a Radio Radicale spiega: «Vedendo le immagini di Pannella sabato al corteo ho vissuto un doppio sentimento, di angoscia perché mi ha spaventato moltissimo vedere questo odio, e di tristezza perché se siamo arrivati a questo vuol dire che evidentemente ci sono dei problemi seri che dobbiamo affrontare». Giachetti ha anche sottolineato: «Penso che i radicali abbiano sbagliato nella scelta di partecipare al voto, come nel caso Romano. Ma ho anche detto subito che la loro decisione è stata ininfluente e invece si è costruita ad arte una tenaglia per dimostrare che erano stati determinanti». Più dure le reazioni di altri parlamentari: «Da chi manifesta, tutto ci saremmo aspettati salvo un trattamento irrispettoso, volgare, ai limiti della aggressione fisica vera e propria verso un uomo e un politico come Marco Pannella, da sempre in prima linea nelle manifestazioni per difendere i diritti individuali» ha detto il coordinatore vicario del Pid, Pippo Gianni. Chiara anche Margherita Boniver (Pdl), che torna a esprimere stima al radicale: «Sono grata a Marco Pannella, a cui va la mia solidarietà, per la sua contestatissima partecipazione al corteo degli indignati sabato. Vedendo le immagini del fortissimo scontro avuto con un folto numero di vecchi e meno vecchi partecipanti al corteo, si è avuta la possibilità di avere uno spaccato significativo della manifestazione e del substrato di violenza e di intolleranza che lo rappresenta». Prende iniziativa il giornalista Pierluigi Diaco, che sulla sua pagina Facebook lancia la campagna «Vergogna Indignati» per condannare l'aggressione a Pannella ed esprimergli solidarietà.