"Eliminiamo i tagli alla polizia"

 «Dopo che le cose sono successe sono tutti bravi a dire cosa occorresse fare». Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, respinge al mittente le accuse più o meno velate alla presunta scarsa capacità d'impatto delle forze di polizia dinanzi alla strategia di guerriglia urbana elaborata e portata avanti sabato dai black-bloc. Sottosegretario Mantovano, le forze di polizia si sono fatte trovare impreparate? «No, la polizia non era impreparata. Si può sempre migliorare, è vero, ma se confrontiamo quello che è successo sabato a Roma con quanto accaduto al G8 di Genova nel 2001, ci si deve rendere conto come sia cambiato il mondo: sia dal punto di vista della "qualità" dell'aggressione sia dall'efficienza del tipo di contrasto adottato dalle forze di sicurezza».  Giudica, dunque, positivo il bilancio finale? «Guardi, è sotto gli occhi di tutti che l'ala dura dei manifestanti cercasse in tutti i modi il morto, o anche più d'uno. Bisogna rendersi conto della pericolosità degli anarco-insurrezionalisti che, a differenza dei mafiosi, avvertono del verificarsi di situazioni che poi puntualmente cercano di realizzare. Dunque, non c'è stata sorpresa per il fatto in sé, ma è obiettivamente difficile gestire un attacco di guerriglia urbana del tipo messo in piedi a Roma, tale da presentare ampi margini di imprevedibilità. E siamo solo all'inizio: le informazioni in nostro possesso non promettono nulla dui buono per il prossimo futuro. Rispondere in maniera drastica agli attacchi avrebbe rischiato di provocare vittime innocenti tra i dimostranti, la stragrande maggioranza dei quali stava sfilando pacificamente». Non le sembrano pochi venti fermati? «Io lascerei spazio alle indagini. Meglio, però, accusare con sicurezza invece che fare le "retate" per poi liberare quasi tutti il giorno dopo. La visione dei video e delle fotografie permetterà agli investigatori di mirare sul sicuro».  Cosa si aspetta dal Governo: c'è una cosa in particolare che meriti attenzione in questi frangenti? «Le scelte politiche riguardanti la gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza non possono sottostare interamente a criteri ragionieristici e contabili. Per raggiungere l'importante obiettivo del pareggio di bilancio il sistema sicurezza non può essere messo sullo stesso piano di altri settori dello Stato: ha esigenze che in questo momento non possono essere compresse. Concorda pienamente con me il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto. Insieme chiediamo al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia di rivedere i tagli alla sicurezza disposti in tutto il 2011; ci impegnamo in questa direzione nel Governo e in Parlamento e attendiamo - come primo segnale di concreta attenzione - che il Ministero dell'Economia dia esecuzione al Dpcm sulle indennità per le forze dell'ordine, che è stato approvato ormai da mesi dal Consiglio dei ministri».