Riceviamo e volentieri pubblichiamo Signor Prefetto di Roma, signor Questore, gentile direttore de Il Tempo.
Sonoun brigadiere dei Carabinieri della Riserva (in congedo illimitato) classe 1967, padre di due bambini. Oggi non sono più al servizio della Nazione con la divisa che mi onoro di aver indossato, ciò nonostante quello che è accaduto sabato mi ferisce profondamente, come cittadino, come carabiniere e come uomo. Vedere ancora una volta (era già successo a Genova nel 2001) un mezzo dell'Arma dato alle fiamme, con i militari di equipaggio costretti ad un'umiliante resa per salvarsi la vita, ha turbato le corde più profonde della mia sensibilità. Siamo all'oltraggio più violento, becero e volgare alle Istituzioni e soprattutto ai comuni cittadini perbene che esse rappresentano. Che «non ci sia scappato il morto» non mi è di grande consolazione. La ragion di Stato e la tenuta delle Istituzioni, sono valori non meno importanti della singola vita umana. Il dispositivo di prevenzione e repressione degli atti criminali che hanno devastato mezza Roma, la mia Roma, non ha funzionato. Dovete congratularvi con i vostri uomini perché hanno riportato la pelle a casa e hanno tenuto i nervi saldi evitando una escalation di violenza e di spargimento di sangue. Per il resto, il fallimento dell'azione delle Forze dell'Ordine e sotto gli occhi di tutti, anche dei Vostri. Non si è riusciti a far svolgere la manifestazione a chi voleva dimostrare le proprie ragioni pacificamente. Non si è riusciti a salvaguardare la proprietà pubblica e privata. Poliziotti, Carabinieri e Finanzieri sono stati feriti, offesi ed umiliati. È evidente che è mancata una seria e competente preparazione e pianificazione del servizio di ordine Pubblico. Come se tutto ciò che è accaduto non fosse stato previsto e prevedibile ed addirittura annunciato. Mancanza di controlli preventivi nei giorni precedenti la manifestazione, forze in campo insufficienti, disorganizzate ed esitanti nell'azione di contenimento e repressione delle violenze. Chi circolava con un casco in testa e le bombe in tasca poteva e doveva essere identificato e fermato prima. Rispettosamente Andrea Di Lazzaro vicebrigadiere Cc. (della riserva)