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Pannella cacciato dal corteo

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Pannella cacciato dal corteo degli studenti. Il leader Radicale, ha provato ad unirsi agli incappucciati che imboccavano anche loro su via Labicana. Ma il corteo degli studenti lo hanno però respinto a causa del comportamento tenuto dai Radicali l'altro ieri durante il voto di fiducia al Governo. Povero Pannella, il giorno prima s'era beccato pure la gogna sul web. La decisione dei deputati radicali di partecipare alle votazioni sulla fiducia al governo non era infatti piaciuta per niente agli internauti di centrosinistra. Che non gliel'hanno perdonata. Già quando si è saputo la notizia, i commenti sui siti dei maggiori quotidiani nazionali, sui più noti blog dedicati alla politica, fino a quelli locali o generici, sono stati un coro di disapprovazione verso la pattuglia dei pannelliani eletti nelle liste Pd, che hanno disatteso gli auspici dell''opposizione. Contro il partito di Pannella, sulla Rete c'è di tutto un po': ragionamenti, ogni genere di calcolo sulle presenze che ci sarebbero state in Aula, polemiche, promesse solenni di non votare mai più Radicali, contumelie, fino agli insulti, vero e propri, e spesso molto più pesanti delle parole che ha usato Rosy Bindi. Ma anche sulle pagine web frequentate dai Radicali e sui profili Facebook ufficiali del partito di via di Torre Argentina, la maggioranza dei post hanno avuto toni duri contro la pattuglia dei nipoti di Pannella nel Pd. In particolare, hanno fatto arrabbiare gli internauti le dichiarazioni di parlamentari, come Maurizio Turco, che hanno annunciato che «i deputati radicali denunceranno tutti coloro che dovessero diffondere o rilanciare notizie false e tendenziose» . «Complimenti, siete dei veri libertari» è il più soft. «Denunce? Uh, che paura... Mi fate orrore, e avete anche una coda di paglia allucinante», ha scritto Ivano in sintonia con il sentimento di molti. Lo stesso di Nicola: «Mi autodenuncio». Altri, come Dario, pensano che, «sotto sotto» ci sia una richiesta per il partito o la Radio: «30 milioni assicurati per i prossimi 3 anni». Non sono mancate, infine, le accuse alla leadership Democrat: «La colpa non è dei radicali, questi sono ancora i danni fatti da Veltroni», sottolinea Alberto, riferendosi alla scelta dell'ex segretario Pd di inserire i 6 radicali in lista».

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